L’arte del tranello: dal bluff nel poker alle finte nello sport

23.09.2024 11:41 di  Stefano Pontoni   vedi letture
L’arte del tranello: dal bluff nel poker alle finte nello sport

Molte discipline sportive di diversa natura prevedono nel loro svolgimento la possibilità di fuorviare l’avversario per ottenere un vantaggio nel corso della competizione. In questo articolo analizziamo l’arte dell’inganno nelle sue diverse forme.

Il bluff

Quando parliamo di bluff ci si riferisce spesso in modo specifico al gioco del poker e dell’online poker, ma si tratta di una serie di astuzie in tutte quelle situazioni in cui fingiamo qualcosa per ottenerne un vantaggio. Si tratta di un atteggiamento che il giocatore tiene durante la partita e che ha la finalità di indurre in errore l’avversario facendogli credere di essere in una situazione migliore di quella effettiva.

Anche se ammesse dai regolamenti delle competizioni più importanti come le World Series of Poker, è da notare che il bluff non prevede di fare dichiarazioni false o di mentire, ma si tratta piuttosto di mascherare in modo abile e con atteggiamenti verosimili le proprie emozioni per far cadere in un tranello l’avversario.

Nel gioco al tavolo verde il bluff è considerato una vera e propria arte. Si esegue facendo una puntata con una mano debole o comunque che si pensa essere inferiore a quella dell’avversario. L’obiettivo di far credere di avere una mano forte è quello di spingere gli avversari a ritirarsi per vincere così il piatto.

Il bluff, soprattutto ad alti livelli, non è semplice da eseguire perché richiedere delle capacità di controllo delle emozioni non comuni. Quando nel piatto ci sono cifre importanti o quando l’evento viene trasmesso in diretta televisiva il bluff non si può definire semplice da realizzare. È infatti necessario mascherare bene le proprie emozioni, non solo a livello conscio ma anche a livello inconscio.

Nel poker, infatti, i giocatori più abili sono in grado di interpretare a proprio vantaggio tutta una serie di segnali involontari. Si tratta dei cosiddetti ‘tell’ e sono rappresentati da azioni come il tremolio delle mani, il portamento, la mano davanti alla bocca, il proteggere le carte, il ‘giocare’ con le fiches. Ma alcuni giocatori sono in grado di analizzare anche aspetti come lo sguardo dell’avversario e perfino il suo battito cardiaco, analizzando la dilatazione delle vene.

Non bisogna dimenticare l’esistenza dei cosiddetti falsi tell o tell volontari, cioè tutte quelle azioni che vengono messe in atto per confondere l’avversario. Si tratta in sostanza di manifestare debolezza in modo volontario per incoraggiare gli avversari a fare una chiamata o anche a rilanciare.

Tipi di bluff

Dobbiamo dire che esistono tre fondamentali tipologie di bluff:

bluff puro: l’obiettivo è quello di spingere gi avversari ad abbandonare la mano perché si è in possesso di carte di scarso valore; per fare ciò si finge di avere delle carte molto forti con puntate e rilanci.

Semi bluff: viene messo in atto quando ci sono delle possibilità di vincere anche se l’avversario coprirà le puntate.

bluff passivo: si effettua quando si hanno delle carte forti e si vuole far credere all’avversario di avere delle carte deboli. L’obiettivo in questo caso è quello di far rimanere gli avversari in gioco nella mano e far sì che continuino a puntare, cosa che non farebbero se il giocatore si dimostrasse forte.

Le finte nello sport

Ogni volta che cerchiamo di ingannare l’avversario stiamo in qualche modo mettendo in atto un bluff. Alcuni ritengono che ogni volta che nella quotidianità ci mettiamo una maschera e ci mostriamo diversi da come siamo realmente, stiamo in qualche modo bluffando. In questo senso il poker non è altro che uno specchio della vita reale.

Negli sport l’arte dell’elusione prende il nome di finta. Si tratta di una abilità che si traduce in un gesto tecnico finalizzato a far credere all’avversario di compiere un movimento fittizio, cambiando rapidamente azione e proseguendo con un altro movimento, portando così l’avversario a commettere un errore.

Nel calcio le fine prendono anche il nome di “dribbling” e rappresentano una delle più belle forme di espressione di questo sport. I migliori interpreti di quest’arte sono in grado di far credere all’avversario di stare per prendere una direzione, per poi improvvisamente cambiare strada e proseguire con il pallone ai piedi in un’altra direzione.

Il dribbling ha trovato nei giocatori brasiliani dei veri e propri fuoriclasse. Alcuni sono in grado di fare una serie di movimenti veloci e leggeri, tali da monopolizzare l’attenzione del difensore per poi provocargli una vera e propria dissonanza cognitiva. Un bluff a tutti gli effetti.

Anche negli sport di contatto le finte hanno un ruolo importante. Nelle discipline come il pugilato, le finte sono finalizzate a distrarre l’avversario facendogli credere che stia per avvenire un’azione, quando in realtà quell’azione non sarà compiuta oppure ne sarà portata a termine una diversa. Spesso le finte sono fondamentali per “aprire la guardia” contro avversari che sono molto difensivi.

Conclusione

Come abbiamo visto, bluffare non è contro le regole del gioco ed è considerato da molti una vera arte che richiede tempismo, autocontrollo e maestria. L’arte del bluff si applica ad ambiti molti diversi e non solo al poker, e risulta una parte fondamentale anche del nostro sport nazionale con risultati alle volte memorabili.