Dal Barcellona al Venezia Academy, Guerrero: "El Haddad? Speciale. Così formiamo i giovani"

10.12.2024 15:00 di  Daniele Najjar   vedi letture
Dal Barcellona al Venezia Academy, Guerrero: "El Haddad? Speciale. Così formiamo i giovani"

Il Direttore Tecnico e Responsabile della Metodologia del Settore Giovanile del Venezia, Isaac Guerrero, che ha un passato alla Cantera del Barcellona, dove è stato Vice direttore dall’area di Metodologia e Head of Coaching, Direttore Técnico della Scuola Calcio, e anche membro della Knowledge Area and Innovation Hub, è intervenuto a margine della Festa di Natale del Settore Giovanile e del Venezia FC Academy tenutosi al Teatro Toniolo di Mestre, con i giornalisti presenti. Ecco le sue parole raccolte da TuttoVeneziaSport presente sul posto.

Ci spiega il suo ruolo nell'Academy del Venezia e come sta procedendo il suo lavoro?
"Sono il direttore del settore giovanile, nel settembre del 2021 sono arrivato insieme a Jordi Fernandez che è l'allenatore della Primavera ed a Joaquim Llop Estrada, responsabile dell'area tecnica del settore giovanile. Siamo arrivati dopo un percorso di 12 anni nel settore giovanile del Barcellona, con un progetto che parta dal basso e arrivi fino in alto".

In che modo?
"Creando una identità di gioco, determinati profili di giocatori, insieme a tutto il club ed alla proprietà vorremmo raggiungere l'obiettivo di formare fin dalle giovanili giocatori che poi possano poi occupare la rosa della prima squadra del Venezia. Arrivando ad essere giocatori riconoscibili in quanto provenienti dall'Academy del Venezia".

El Haddad è arrivato ad essere in pianta stabile nella prima squadra. E' già un bel passo?
"Sì, magari dal punto di vista del fisico può ingannare a prima vista ed invece si è guadagnato la prima squadra perché è un giocatore speciale, siamo molto contenti della sua progressione, sappiamo che sta crescendo tanto in prima squadra, ha uno staff che lo sta accompagnando nel fare questo ultimo step. Ma sono d'accordo, è un passo importante. Non abbiamo uno storico molto importante ad oggi di giocatori che dal settore giovanile siano arrivati in prima squadra, quindi il giorno del suo esordio è stato di grande festa per il settore giovanile. Abbiamo fatto un incontro con tutti gli allenatori delle varie categorie ed un brindisi comune, perché è merito di tutti".

Tanti ragazzi si stanno guadagnando la chiamata nelle Nazionali giovanili. Sta crescendo la considerazione del Venezia anche fuori dall'Italia?
"Sì, questa è una delle chiavi della nostra crescita. Al Barcellona ho visto lo stesso percorso: i giocatori aumentano l'esperienza internazionale contro squadre d'élite quando vengono chiamati in Nazionale ed infatti il nostro piano strategico-sportivo prevedeva l'incremento dei giocatori che venivano convocati. Noi ci mettiamo a disposizione delle varie selezioni e questo aiuta ad accelerare il processo di crescita. Accumulano un'esperienza che gli produce un effetto moltiplicatore dei benefici nel percorso. E' importante, il prossimo step è di avere giocatori nella Nazionale italiana. L'anno scorso avevamo Mariutto nell'Under 17, abbiamo un rapporto eccezionale con gli azzurri e con Viscidi. Abbiamo anche un ragazzo nell'under 15, piano piano questi ragazzi raggiungono questi traguardi".

Quanto è importante avere una struttura all'avanguardia come Ca' Venezia, centro sportivo completamente rinnovato lo scorso anno?
"E' veramente un fattore chiave. Dal mio punto di vista, quando sono arrivato qua ho trovato una cultura calcistica pazzesca in Italia. Siete il Paese delle 4 stelle, con una grande storia e grandi campioni. Ma se devo trovare un punto di debolezza fino a qualche anno fa ed anche oggi sono gli impianti sportivi. In Spagna c'è più cultura in questo senso, dunque provarci con un impianto come Ca' Venezia, con strutture che mettono a disposizione dei giocatori le migliori risorse, è un punto  di forza totale. Anche per il fatto di lavorare gomito a gomito con la prima squadra, con lo staff di Di Francesco. Con Joronen che possa dare un consiglio al portiere della Primavera. Questo ha un valore enorme".

Quanto è a stretto contatto il vostro lavoro con quello di Antonelli e Molinaro? Lavorate insieme per individuare i profili giusti?
"Sì, facciamo in modo che gli ultimi passaggi siano quanto più fluidi possibili. Giorno dopo giorno siamo in contatto con loro e con lo staff della prima squadra. E loro seguono anche i nostri giocatori. Mi piace sottolineare questo aspetto, perché in questa piramide l'ultimo passaggio avviene in modo più naturale, per il fatto per esempio che l'allenatore della prima squadra non veda questi ragazzi come quelli che fanno numero per completare l'allenamento del suo gruppo, ma davvero seguendoli e dandogli la loro opinione interfacciandosi con noi. Questi ragazzi stanno diventando il principale asset e punto di forza del club".

Quante squadre ha il Venezia FC?
"Under 13, 14, 15, 16, 17, 19. Non l'Under 18 per spingere di più noi stessi, perché era un passaggio naturale, con pro e contro, ma in questo modo ci obbliga a pensare che dall'Under 17 debbano uscire ragazzi già potenzialmente pronti per la Primavera e dunque anche in Serie A. Sabato contro la FeralpiSalò abbiamo giocato con Moino, che ha 16 anni, un 2008. E abbiamo anche tanti 2007".