Forza ragazzo, quei fischi non erano per te

Ho riflettuto molto se scrivere o meno questo editoriale. Sebbene consideri di gran lunga la stampa l’ultimo, per importanza, dei tasselli che compongono il successo o meno di una stagione, il senso di responsabilità che il momento esige rendeva come minimo complicata la scelta. Però poi resto un tifoso, e da tifoso non posso che sentirmi intimamente deluso per ciò che poteva essere e non si è voluto diventare, ed allo stesso tempo pure rattristato per un ragazzo che avrebbe meritato tutt’altra accoglienza dall’ambiente arancioneroverde. Perché poi si riduce tutto in quei fischi, in uno sfogo talmente raro ed anomalo per la nostra piazza da rendere l’atmosfera particolarmente densa di significato. Da tifoso, quindi, il mio timore più grande sta proprio nell’impressione che dall’alto non si comprenda fino in fondo ciò che quella rumorosa protesta rappresentava, la frustrazione di un popolo che nonostante tutto continua a credere, a sperare, ma che è stato privato di ogni buona ragione per farlo. Ed è questo il punto. L’enorme carenza di qualità di questa squadra, figlia di una serie di errori sul mercato tanto grandi ed evidenti che negarli oramai apparirebbe quasi grottesco. È solo questo che la curva ed il resto dello stadio ha chiesto a dirigenza e società, l’ammissione di un fallimento, la pura e liberatoria sincerità di fronte a chi, da inizio stagione, lotta insieme a voi ogni settimana. E che gli errori non siano imputabili ad una singola persona ormai lo si è compreso dalle successive e paradossali dichiarazioni pre stampate del comitato oltre oceano, tuttavia qui serve di più, molto di più. Serve mettere la faccia su una serie di operazioni che, a questo livello, non si possono accettare. Che il direttore si meriti ancora credito dopo le meravigliose sessioni precedenti è fuori di dubbio, ma aver sostituto la bandiera, il simbolo ed il goleador di questa città con un ragazzo tanto acerbo è un imbarazzo che non ci saremmo mai meritati. Completare (si fa per dire) il reparto con la quarta scelta della squadra che chiude con distacco la graduatoria, poi, rende l’impresa di Di Francesco ed i suoi ragazzi quasi romantica. Se inoltre chi è invece rimasto al suo posto appare come il fantasma di sè stesso (Oristanio) oppure uno che con il calcio, perlomeno europeo, non ci azzecchi nulla (serve dirlo?), non si può proprio incolpare chi ieri ha deciso di esprimere tutto il proprio malcontento. In particolare quando ogni notizia che arriva puntuale da Palermo ogni fine settimana è lama ardente nei cuori unionisti.. E spiace soprattutto perché in un torneo tanto mediocre, ancora una volta, sembrava bastasse veramente poco per sognare l’epica rimonta con maggior convinzione. Ma, a questo punto, è evidente che la società non fosse pronta (nonostante le usuali dichiarazioni di Niederauer puntualmente smentite dai fatti), o che, quantomeno, non fosse disposta a rischiare di nuovo di trovarsi ad un passo dalla bancarotta per operazioni troppo onerose. La speranza, in ogni caso, è che questo tremendo mercato possa essere se non altro propedeutico ad una futura stagione da protagonisti, sempre che il ragazzo non subisca troppo il contraccolpo di questo finale di campionato. Il che renderebbe tutto ancor più deprimente.
Avanti Unione.