Una botta di vita per l'Unione

La versione migliore possibile. Una squadra che per il 75 per cento è ampiamente in lotta per una clamorosa lotta salvezza, ma a cui, inequivocabilmente, manca quella frazione che a questi livelli fa tutta la differenza del mondo. E diventa stucchevole quanto frustrante ripetersi sempre sugli stessi temi, seguendo quel filo conduttore che, in un modo o nell’altro, deciderà le sorti di un’intera stagione. Perché, anche oggi, di fronte all’ennesimo avversario più forte, più strutturato, più sereno e più in forma di noi, si è offerta un’ottima prestazione fatta di voglia, equilibrio e concentrazione. La consapevolezza che ha raggiunto questa squadra da tre partite a questa parte, dalla batosta di Genova che sembrava aver condannato gli arancioneroverdi ad un epilogo di stagione di pura rabbia e frustrazione, è evidente in ogni fase di gioco. La difesa è cresciuta enormemente rispetto al traballante girone d’andata, il centrocampo è stato capace di giocarsela alla pari contro Lazio e Como, ed ha sofferto molto meno del previsto contro la corazzata Atalanta. Ma è inesorabilmente davanti che esplodono tutti i problemi ed i limiti di una squadra falcidiata dall’inconcepibile mercato invernale. Ma siamo stanchi di dover tornare sul discorso Pohjanpalo che ci tormenterà a lungo, così come sulla scelta dei suoi sostituti che, al netto dell’ottimo spirito e volontà con cui si sono calati in questa drammatica situazione, non appaiono neanche lontanamente sufficienti per alimentare chimere di prossimi trionfi. Seppur, ad onor del vero, Maric appaia come utile alla manovra lagunare, è altresì evidente come non possa essere lui l’uomo capace di scardinare le difese avversarie. E se poi Gytkiaer appare come l’unico in grado di combinare qualcosa dentro l’area di rigore mentre il “colpo” Fila è uscito ben presto dalle rotazioni di mister Di Francesco, sembra chiaro come di soluzioni offensive Antonelli e Niderauer ne abbiano concesse poche poche al mister pescarese. Un mister che però ha dimostrato anche oggi di avere un’idea chiara di calcio, un’idea che con il passare delle giornate i suoi ragazzi sembrano aver assimilato con particolare devozione. Nonostante un avvio in cui i padroni di casa sono apparsi come padroni del campo e dei ritmi infatti, l’Unione ha saputo reagire mantenendo sì un baricentro basso, ma non disdegnando mai una controffensiva veloce e di qualità. Sarebbe bastato il tocco giusto, la deviazione fortunosa, il colpo del destino per disegnare un pomeriggio diverso, ma ancora una volta la partita è girata intorno ai centimetri ed ai riflessi del portiere lariano, per poi incanalarsi nel noto sentiero delle bestemmie ad inizio ripresa, quando una leggerezza in uscita bassa ha permesso al redivivo Ikonè di trovare il pertugio giusto per il vantaggio comasco. La sensazione generale, a quel punto, sarebbe stata quella di attendersi un VeneziaMestre al tappeto, conscio di una sterilità offensiva ardua da superare. Invece gli arancioneroverdi hanno saputo restare nel match, malgrado i cambi scelti dal mister non siano stati in grado di sconvolgere l’inerzia della sfida. Ma proprio quando tutto sembrava portarci verso l’ennesima sconfitta propositiva, il destino sotto forma di Franquito Carboni ha deciso di tenerci a galla, con un penalty realizzato magistralmente dal bomber danese.
E si torna così in laguna con un morale che paradossalmente rimane alto, grazie a quel senso di pura sopravvivenza che si è improvvisamente incarnato nei ragazzi. Se questo basterà per farci provare l’ebrezza di lottare fino all’ultimo è ancora presto per dirlo, ma di sicuro non possiamo che fare un applauso ad un gruppo che sta onorando ogni settimana la nostra maglia e che, a scapito di una situazione grottesca, continua a dare la sensazione di essere difficile da battere. E’ evidente come, per continuare a fantasticare in questa rimonta, andranno superati in fretta quei limiti che ci bloccano ogni velleità, aumentando l’efficacia delle giocate negli ultimi venti metri, nei calci da fermo, ed in quegli errori che anche oggi hanno rischiato di compromettere una buona gara. Punticino dopo punticino l’Unione ci insegna cosa significa non mollare, sta a noi adesso provare a seguire questa lezione con maggior coinvolgimento, chissà che il calcio non ci regali un’altra, inspiegabile emozione. Tutto molto bello..
Avanti Unione!