ESCLUSIVA - Soviero: "Venezia, quanto affetto. Di Francesco? 2-3 rinforzi e fa il miracolo"

13.11.2024 11:30 di  Daniele Najjar   vedi letture
ESCLUSIVA - Soviero: "Venezia, quanto affetto. Di Francesco? 2-3 rinforzi e fa il miracolo"
© foto di Teleclubitalia.it

L'ex portiere del Venezia, Salvatore Soviero, è stato premiato dal club arancioneroverde lo scorso sabato, nel pre-partita contro il Parma: maglia celebrativa in ricordo dei suoi trascorsi in Laguna e tanto affetto da parte dei tifosi presenti.

Intervenuto in esclusiva per TuttoVeneziaSport, ci ha raccontato le emozioni vissute in quei momenti e le sue impressioni sulla squadra di Di Francesco.

Cos'hai vissuto sabato sentendo il Penzo inneggiare al tuo nome?

"Mi sono emozionato tanto. Ed io sono uno che normalmente non si fa prendere dalle emozioni. Erano tanti anni che non ci tornavo al Penzo, credo proprio dall'ultima partita giocata, appena prima della squalifica rimediata contro il Messina".

Che emozioni ti sono salite in particolare?

"Vedere che dopo più di 20 anni la tifoseria si ricorda di te al di là di quello che hai dato calcisticamente, mi è entrato nel profondo. Mi ha chiamato il club e io ho risposto: 'Difficilmente vado da qualche parte, ma questa è la tifoseria che mi ha voluto più bene'".

Addirittura? E tu ne hai vissute tante di piazze.

"Assolutamente. Io sono uno passionale, che dà tutto nel bene e nel male e quindi piaccio alla tifoseria, ma con i tifosi del Venezia si è formato questo filo diretto, mai rotto. Sono stati due anni difficilissimi, nonostante avessimo giocatori forti. Al termine del biennio mi dissero che volevano dare spazio ad altri più giovani, io capii e poi mi arrivò una richiesta dalla Serie A dalla Reggina, la accettai. L'intenzione però era di fare un anno lì e poi tornare. Ero un po' il collante in quello spogliatoio del Venezia. Con Michele Dal Cin (allora dirigente, n.d.r.) avevo un grande rapporto, ma gli dissi che secondo me dopo il mio addio era stata presa una strada sbagliata, con sempre più stranieri in rosa. E mi dispiacque non tornare dato che dopo la Reggina rimasi per un po' senza trovare squadra".

In campo quali sono i tuoi ricordi più belli?

"Ce ne sono tanti, ma mi fa ridere pensare che la prima volta che ho giocato a Venezia, ad aprile 2001 da avversario con la maglia della Salernitana, mi sono risvegliato in una barca. Tremava tutto e ho chiesto: 'Dove siamo?'. Mi sento rispondere: 'In ambulanza'. E io: 'Ma come, qui trema tutto' (ride, n.d.r.). Non ero certo abituato a essere portato in ospedale per le vie navali. E fra l'altro nella partita successiva, sempre da avversario, sono stato espulso. Mentre non posso dimenticare l'esordio con la maglia del Venezia l'anno successivo a Trieste, ho fatto un sacco di parate e abbiamo vinto. Poi l'1-1 di Como con una mia parata su un rigore calciato negli ultimi minuti".

Lo stadio Penzo che spinta dà?

"Lo stadio ha una suggestione particolare. E' proprio in un'isola, come fosse dentro l'acqua. E poi in campo è fantastico l'effetto, è una piccola "Bombonera", considerando quanto i tifosi sono vicini al campo e l'effetto che ha questa cosa per chi è in campo. Per quanto sia scomodo arrivarci in traghetto per i tifosi".

Ti è dispiaciuto vedere la squadra perdere con il Parma? Meritava di più?

"Sì, il Parma ha vinto la partita sugli episodi. Il Venezia ha un allenatore che mi piace e che la fa giocare bene. E' stato sfortunato Di Francesco: sabato al primo tiro da fuori area ha preso gol, poi l'1-2 che non meritava. Ma per salvarsi con qualche ritocco a gennaio ce la può fare, già con il Frosinone era andato vicinissimo al miracolo".

Cosa serve?

"Ci vuole un po' più di qualità in rosa secondo me. Almeno due giocatori importanti. Non dirò i ruoli per rispetto di chi c'è, ma si può intuire. In aggiunta, forse manca qualche gol in attacco, alle spalle di Pohjanpalo".

Ti piace il capitano?

"Tanto, ha carattere. Al suo fianco però serve qualcosa in più".

Magari anche uno con il carattere di Soviero?

"Beh, sì lo ammetto (ride, n.d.r.). Qualche giocatore di carattere in più servirebbe probabilmente".

Di Francesco?

"Mi piace molto. Fa giocare bene le sue squadre. Come dicevo ha avuto anche sfortuna in questi ultimi anni, come a Frosinone dove è andato vicino all'impresa e in alcune partite in questo inizio. Penso che possa fare un grande lavoro".

Può farcela a salvarsi il Venezia?

"Per me sì, ma qualche accorgimento lo deve fare a gennaio. Pensare di andare avanti così e salvarsi per me sarebbe un errore. Sarebbe non un miracolo, ma più che un un miracolo".

Con chi se la gioca?

"Ce ne sono di squadre, la classifica è corta. Il Lecce non lo vedo più forte del Venezia. Poi il Genoa non mi sembra tanto superiore, anche se qualche qualità in più ce l'ha. Mi rendo conto che la società ha già fatto sacrifici, ma se vuole restare in massima serie qualcosina deve fare. Senza fare chissà che, ma qualcosa sicuramente. Il Parma ed il Como pur avendo speso tanto non sono tanto sopra. Il problema è che il Como con la proprietà che ha magari a gennaio ti prende il Ronaldinho di turno (ride, n.d.r.)".

Oggi le squadre che puntano a salvarsi, rispetto ai tuoi tempi, cercano quasi tutte un calcio più propositivo, non trovi?

"Dipende dalla filosofia dell'allenatore. Certo, io ho avuto Zeman con il suo 3-4-3, più propositivo di lui... Poi dipende anche dalla qualità dei giocatori che hai a disposizione. Di Francesco mi piace, crede nelle sue idee e si vede in campo".

Di cosa ti occupi oggi?

"Osservo giocatori, poi ho un allevamento di cavalli. Mi divido fra Genova, Napoli e per alcune tappe in giro per l'Europa. Poi è difficile rimanere fisso in un club. Per esempio era da un po' che segnalavo Barco, ma poi è arrivato il Brighton a prenderlo".