Venezia, Oristanio: "Sono stato subito convinto da questo progetto tecnico"

22.08.2024 15:52 di  Flavio Zane   vedi letture
Venezia, Oristanio: "Sono stato subito convinto da questo progetto tecnico"

In conferenza, ha parlato il nuovo trequartista del Venezia, prelevato dall'Inter e in forza al Cagliari nell'ultima stagione, Gaetano Oristanio. Di seguito le risposte del giocatore ai giornalisti presenti in sala stampa.

Cosa ti ha convinto a sposare il progetto tecnico del Venezia?

"Sono molto contento di essere qui. E' una bellissima città, spettacolare. Il primo giorno che sono venuto qui ho scattato delle foto e visto la città, avendo così modo di vederla e girarla un pò. E' una città molto caratteristica e particolare. Ne sono rimasto affascinato, proprio per le sue origini e strutture".

Come stai dal punto di vista fisico?

"A livello fisico sto bene. Stiamo lavorando bene con il mister e con lo staff, con tutti i compagni e con la squadra che è molto unita ed è la cosa più importante in questo momento. Sta andando tutto bene per ora".

Hai trovato casa a Mestre o Venezia?

"Preferisco vivere più vicino al campo, per stare più comodo. Vivo a Mestre da solo e per il momento va bene così".

Quale sono state le parole del direttore che ti hanno convinto che questo progetto è quello giusto per la tua crescita?

"Innanzitutto il progetto tecnico, che è grandissimo, di cui il direttore e anche gli altri dirigenti mi hanno parlato molto bene. Mi hanno convinto subito. Siamo una squadra giovane, ma con alcuni ragazzi con più esperienza, quindi molto bilanciata. Le idee del mister le stiamo applicando, imparando e stiamo lavorando in settimana. Bisogna essere umili, con grande spirito di sacrificio per adattarsi alle idee del mister, capirle e metterle in campo dando il 110% ogni partita, essendo avversari scomodi in casa ma anche fuori. Anche se, con il nostro pubblico in casa, siamo un pò facilitati e sicuramente abbiamo una spinta in più, il dodicesimo uomo. Fuori casa dovremmo comunque prendere punti, che è la cosa più importante. Non dovremo dare nulla per scontato e prendere delle partite sotto gamba. L'atteggiamento sarà una delle cose più importanti".

Ti senti responsabilizzato dall'investimento importante del Venezia su di te?

"Per me è un onore che una squadra ha puntato così su di me. Il direttore ha creduto in me e io ho sposato il progetto perché lo ritengo importante. Di parlare di queste cose non mi va tanto perché io do sempre il massimo e devo farlo perché è nel mio carattere. Sono fatto così. Non mi piace risparmiarmi in campo perché la vedo come una cosa brutta e spero che le mie qualità e abilità diano delle soddisfazioni al Venezia".

TVS - Ci racconti le tue caratteristiche come giocatore? Quali sono i tuoi punti di forza in campo?

"Sicuramente la velocità. Mi piace molto puntare l'uomo, il dribbling e attaccare gli spazi.Con il modulo del mister abbiamo la possibilità di fraseggiare tra noi, i centrocampisti con gli attaccanti, e sicuramente il fraseggio con la palla a terra, i passaggi veloci e gli inserimenti sono i miei punti di forza".

TVS - La tua esperienza in Olanda quanto ti è servita? La consiglieresti a qualche tuo collega?

"Io la consiglio a molti giovani quando escono dalla Primavera. Approcciarsi a un campionato estero e a un altra cultura fa sempre bene perché in questo mondo chi si adatta per primo vince. Sono convinto di questa cosa e anche noi che siamo, tra virgolette, nuovi in Serie A, giovani e con tanta voglia come me, dobbiamo abituarci e adattarci a questo campionato comprendendo tutte le piccole dinamiche e i dettagli che servono per fare la differenza".

Nonostante sei molto giovane, sei tra i giocatori più esperti della rosa in Serie A. Con il Cagliari hai ottenuto la salvezza: quali sono i segreti e le attitudini che deve avere una squadra per ottenere quell'obiettivo?

"Dal mio punto di vista è il lavoro. Il sacrificio di ognuno di noi, aiutandosi nei momenti difficili. Perché questi ci saranno durante l'anno. La vera squadra è quella che nei momenti difficili continua per le sue idee, per metterle in pratica, ascoltando il mister. E' importante rimanere uniti in qualsiasi momento. Nei momenti facili viene tutto da sè, mentre in quelli difficili bisogna essere capaci a non sfilacciarci che è la cosa più brutta".

Il tuo gol nella clamorosa rimonta dello scorso anno con il Frosinone ne è un esempio?

"Sì, sono tutti piccoli esempi. Era un periodo per noi a Cagliari. Venivamo da 6-7 partite negative, ma il calcio è molto particolare e non bisogna mai mollare".

La differenza tra il campionato estero e quello italiano è ancora molto evidente sotto il piano tattico?

"Il campionato italiano è molto tattico. C'è molta più attenzione dal punto di vista difensivo e su questo si lavora di più. C'è un pò più di studio sul movimento dei difensori che magari all'estero, almeno in Olanda nella mia esperienza, c'era di meno nel dettaglio. Più che tatticismo parlerei di attenzione nello studio difensivo".

TVS - Com'è Gaetano Oristanio al di fuori dal campo? Quali sono le tue passioni?

"Sono un ragazzo semplice. A Cagliari mi piaceva molto il mare. A Venezia non ero ancora mai stato e può sembrare una brutta cosa da dire, però quando sono stato due-tre settimane fa ho percepito come sia tutto un pò diverso. Questa cosa mi affascina molto. Un piccolo esempio è il taxi che quando mi hanno detto: "Prendi il taxi" e poi mi è arrivata una barca ho pensato ci fosse qualcosa che non va (ride ndr). Sono piccoli dettagli che mi piace molto. Pohjanpalo? Non mi ha ancora invitato a fare un giro in barca. Al momento sta pensando a rientrare dall'infortunio più velocemente possibile, dopo faremo tutti i giri che vorrà (ride ndr)".

TVS - Trovi delle similitudini e delle differenze tra mister Di Francesco e Claudio Ranieri? Cosa ti ha lasciato l'anno al Cagliari in più?

"E' stato il mio primo anno in Serie A quindi vuoi o non vuoi ti lascia qualcosa. La prima esperienza nella mia terra tornato in Olanda e sono volato in Serie A che è uno dei campionati europei più difficili e penso possiamo dirlo. Un anno non è tanto ma cominci ad acquisire qualcosina in più, a capire dei meccanismi e dei piccoli dettagli. Mister Ranieri mi ha lasciato molto, anche a livello umano. Lo ringrazio veramente perché il primo anno in Serie A non è mai facile per nessuno e siamo riusciti a concludere conquistando il nostro obiettivo che era la salvezza. Anche per questo lo ringrazio. Per quanto riguarda le differenze con mister Di Francesco, ognuno ha il suo stile e le sue idee e credo che lo si veda anche in campo a livello del modulo e dell'interpretazione del gioco. Ognuno ha le sue idee e siete anche a voi a giudicarle. Io mi trovo molto bene, ho sposato il progetto tecnico e se le idee del tecnico non mi piacessero non lo avrei fatto. Le idee di mister Di Francesco le conosciamo anche perché abbiamo visto il suo gioco l'anno scorso al Frosinone e sono contento di essere qui anche per questo".

TVS - A livello personale hai un tuo obiettivo per questa stagione? Preferisci segnare o far segnare i compagni?

"Adesso l'importante è che ci salviamo. Penso che con la salvezza arrivino tante soddisfazioni personali, non solo per me. Penso prima a porci l'obiettivo della salvezza perché il resto è un contorno. Se dovessimo salvarci e se ci salveremo, avremo ottenuti tutti i nostri piccoli obiettivi personali. Poi certamente uno vuole fare più gol e assist possibili e credo sia normale per un attaccante. Per ora però l'obiettivo principale è la salvezza".

Della formazione dell'Inter cosa ti rimane?

"Sono cresciuto a Milano per cinque anni e quindi posso dire che mi hanno cresciuto e li ringrazio. L'Inter lo sappiamo tutti, è una grandissima società anche a livello giovanile e ti fanno crescere molto".

Hai un giocatore di riferimento a cui ti ispiri?

"Ci sono tanti giocatori, non posso dirtene uno. L'anno scorso ho giocato più ruoli, mentre quest'anno ho un ruolo più preciso quindi ce ne sono più d'uno. Non riuscirei a risponderti con un esempio".

Con che spirito andate in campo a Firenze contro la Fiorentina?

"Andiamo in campo per prendere punti, che è la cosa più importante. Dobbiamo essere uniti, perché ci saranno difficoltà durante la partita e altre volte saremo noi a mettere in difficoltà loro. L'importante è rimanere sulle nostre idee e dare sempre il massimo".