Venezia, Oristanio Yeboah crescono: sono alternativi o possono giocare insieme?

09.10.2024 12:45 di  Daniele Najjar   vedi letture
Venezia, Oristanio Yeboah crescono: sono alternativi o possono giocare insieme?
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Il Venezia si lecca le ferite dopo il derby perso contro il Verona ed ora ha a disposizione le due settimane di sosta per trarre i primi bilanci fra ciò che va sistemato e ciò che di buono invece c'è da salvare. Questo al netto degli assenti partiti per aggregarsi delle rispettive Nazionali, che sono tanti. Ben 11: fra porta e difesa mancheranno Joronen (Finalndia), Idzes (Indonesia), Schingtienne (Belgio Under 21), Svoboda (Austria) e Haps (Suriname) a centrocampo Busio (Stati Uniti) ed Ellertsson (Islanda), davanti Pohjanpalo (Finlandia), El Haddad (Marocco) Raimondo (Italia Under 21) e Yeboah (Ecuador). Mezza squadra fuori a rappresentare la società in giro per il mondo: un privilegio, motivo di orgoglio per il club e di crescita per gli stessi giocatori, ma anche un limite per l'allenatore, chiaramente.

Premessa doverosa, che aiuta a capire in quale scenario si chieda oggi a Di Francesco di trovare un rimedio agli errori e soprattutto nuove possibili soluzioni per raggiungere l'obiettivo della salvezza.

Gol evitabili: c'è da registrare la fase difensiva

Dopo 7 giornate il Venezia ha 4 punti e divide tifoseria e critica. Chi ha guardato le partite degli arancioneroverdi senza limitarsi ai risultati non ha potuto fare a meno di notare, per esempio, come sia stato raccolto meno di quanto si meritasse. Prestazioni alla pari o superiori ad avversari che sulla carta erano ben più attrezzati, vanificate per tanti motivi. Quali? Il più evidente è da ricondurre ai tanti gol che il Venezia o si è fatto letteralmente da solo - siamo a 3 autogol da inizio stagione, più una rete arrivata per un errore in impostazione difensiva che ha lanciato in porta Castellanos alla prima giornata - oppure che ha subito per evidenti disattenzioni. Nel secondo caso, si contano 3 reti subite da corner - 4 contando l'autorete di Joronen con il Verona - e 3 su calci di rigore concessi per falli decisamente evitabili. Insomma, nella fase difensiva (e non solo nel reparto difensivo), c'è sicuramente da lavorare per limitare questi errori che una squadra come il Venezia non si può certo permettere.

Sfortuna e attacco: gli altri problemi

Non parliamo poi della sfortuna, che c'è stata, basti pensare al modo con il quale la Roma ha trovato la rete del momentaneo pareggio: sul tabellino va il nome di Cristante, ma la deviazione casuale di Busio ha fatto nascere una traiettoria che sfida le leggi della fisica.

Mala sorte a parte, bisogna parlare dei gol realizzati (5). Una delle possibili cause è il limite che questa squadra ha dimostrato nelle prime uscite a livello di inventiva ed uno contro uno. Perché se Pohjanpalo ha tirato 7 volte in 5 presenze non è stato solamente per colpe proprie, anzi: sono spesso mancati i rifornimenti adeguati. 

Le 5 reti fatte fino ad ora sono poche, è vero, ma la squadra da questo punto di vista è piano piano cresciuta facendo capire che possa trovare la via delle rete in tanti modi, anche se poi è mancata la cattiveria e l'esperienza per concretizzare quanto creato. Basti pensare ai 7 tiri in porta fatti all'Olimpico, dove è stata anche annullata una rete ad Haps e dove in totale i lagunari sono arrivati a calciare ben 18 volte. Inserimenti dei centrocampisti, ma anche dei difensori, non soltanto da parte dei quinti (non è raro che i braccetti si stacchino per supportare la fase offensiva, per esempio). Insomma, non è solo una questione di rendimento da parte dei giocatori chiamati ad ispirare, ma soprattutto di intensità, concentrazione e continuità da parte di tutta la squadra nel proporre la versione del Venezia vista per oltre un'ora nella Capitale ed a tratti a Verona, fra le altre buone prestazioni fatte. Poi certo, il tema del rendimento dei trequartisti rimane.

Il duello sulla trequarti. E Oristanio c'è

"Abbiamo bisogno di creatività e i primi due che mi vengono in mente sono Oristanio e Yeboah in tal senso" - ha più volte detto Di Francesco. L'ex Inter si è sbloccato proprio nel derby dopo che già aveva fatto registrare una certa crescita a livello di prestazioni nelle ultime uscite. L'ecuadoriano in due spezzoni di partita ha regalato subito un assist e poi degli spunti interessanti.

Oristanio c'è dunque e Di Francesco può dunque ripartire soprattutto da lui e dal lavoro fatto per proteggerlo dalle critiche e per aiutarlo ad esprimersi al meglio. Il giocatore appare ora in crescente condizione e fiducia e ci si aspetta che levandosi di dosso le insicurezze possa ora prendersi sempre più sulle spalle il peso dell'attacco che non può dipendere soltanto dalla vena realizzativa di Pohjanpalo. E Yeboah? Il ragazzo è entrato bene nella nuova realtà ed in pochi minuti contro il Genoa ha portato quello che a lungo è mancato: puntare l'uomo e cercare l'invenzione per mandare in porta i compagni. Si è creato dunque un sano dualismo che potrà solo far bene alla squadra ed al tecnico nelle scelte.

Oristanio e Yeboah insieme? Per ora no

Sulla trequarti non abbondano di certo le possibilità di interpreti "puri" del ruolo e dunque ci si chiede se Oristanio e Yeboah si potranno mai vedere contemporaneamente in campo. Stando alle dichiarazioni di inizio stagione e vedendo le loro caratteristiche, la prima risposta è no. Yeboah è stato preso come primo concorrente/alternativa ad Oristanio. Fra l'altro sono entrambi mancini e conosciamo la predilezione di Di Francesco nel voler schierare i giocatori in quella zona a piede invertito: mancini che partano da destra, destrorsi che partano da sinistra. Poi per caratteristiche bisognerebbe capire se la presenza di entrambi in campo non possa essere controproducente, per il fatto che sembrano cercare entrambi la stessa cosa nel rettangolo verde e che potrebbero pestarsi i piedi.

A Di Francesco la risposta e la possibilità di contraddire queste deduzioni logiche fatte da fuori. Vista la carenza nel reparto, non sarebbe una cattiva cosa se Yeboah crescesse a tal punto da far venire la tentazione di provare nuove soluzioni che ad oggi non sono state esplorate. C'è da considerare l'aspetto dell'equilibrio oltre che quello prettamente tecnico: un conto è schierare il doppio trequartista con Ellertsson o Busio che fanno la doppia fase in un certo modo, un altro è farlo con tre attaccanti puri.