12 gol che il Venezia s'è fatto da solo. Di Francesco: "Errori divisi fra tutti"

17.12.2024 14:35 di  Daniele Najjar   vedi letture
12 gol che il Venezia s'è fatto da solo. Di Francesco: "Errori divisi fra tutti"

"Di errori ne abbiamo fatti tanti, non solo lui. Ce li siamo un po' divisi": così il tecnico del Venezia, Eusebio Di Francesco, ha risposto a chi gli chiedeva di Antonio Candela, che ha avuto due settimane non certo fortunate fra l'autorete contro il Como ed il rimpallo sul braccio che tanto ha fatto discutere contro la Juventus e che ha portato al rigore finale per i bianconeri trasformato da Vlahovic.

"Vorrei che si potessero limitare gli errori individuali, li preferisco di squadra se proprio devono arrivare", ha aggiunto poi l'allenatore. Che voleva dire con questo concetto? A guardare i numeri si può forse capire meglio il discorso.

Se escludiamo infatti i gol subiti dal Venezia per errori di posizionamento (come una marcatura persa), di concetto (come il fatto di non fare fallo ad un attaccante involato in contropiede) oppure quelli subiti da calcio piazzato, che pure sono tutti errori importanti e da evitare e sui quali l'allenatore sta lavorando da tempo, il numero che lascia perplessi è quello legato alle 12 reti subite per macroscopici errori individuali. Errori che eliminano la capacità di analisi ed i margini sui quali poter lavorare, perché probabilmente sono da collegare più che altro alla testa, alla concentrazione o alla paura in certi momenti dei match.

12 gol che costano caro: gli errori sono di tutti

E sbaglia chi oggi pensa sia una cosa che possa riguardare soltanto uno o due giocatori. Candela è l'ultimo finito nel "mirino" in questi giorni, ma i citati 12 gol sono arrivati per sbavature di ben 8 giocatori differenti, che vanno dai più giovani ai più esperti. Questo per dire che di domenica in domenica il rischio è quello di puntare il dito contro un giocatore, senza accorgersi che siamo di fronte ad un problema un po' più di squadra. Altrimenti sarebbe facile trovare una soluzione pensando per esempio al mercato e dicendo: sostituisco il giocatore in questione con un altro più bravo. Evidentemente però pensarla così è riduttivo.

Si pensi alla prima uscita stagionale dei lagunari allo Stadio Olimpico contro la Lazio: prima un pallone perso da Svoboda che fa involare Castellanos, poi un rigore concesso ingenuamente per una scalciata improvvida di Sverko, infine una sfortunata autorete di Altare. Poi a San Siro contro il Milan, con due reti regalate da un giocatore esperto come Joronen, intervallate da un altro rigore gentilmente concesso dal giovane Schingtienne. Contro il Verona è arrivato un altro autogol sempre di Joronen, con l'Atalanta un pallone perso da Candela sul pressing di Retegui. Poi a Bologna nell'occhio del ciclone è finito Haps, autore di un fallo da rigore che ha messo in salita il match e pure uno dei più positivi in questo inizio come Idzes ha commesso poi una ingenuità in occasione del secondo penalty. Fino ad arrivare agli episodi contro Como e Juventus.  

E qui non stiamo includendo, come si diceva, tutti quegli errori meno evidenti, ma ugualmente pesanti, commessi un po' da tutto il gruppo cui andrebbero aggiunte le tante imperfezioni in avanti. 

E quindi? Sono da cambiare tutti i giocatori? No, così è troppo semplice. Certe partite sono lì a dimostrare che quando hanno voluto, i giocatori del Venezia hanno saputo dimostrare di poter stare a questo livello senza incappare in disattenzioni così evitabili, pur con i limiti che possono comunque portare a delle sconfitte. Si veda per esempio lo 0-0 di Firenze, il 2-0 al Genoa e persino la sconfitta contro il Lecce, arrivata dopo una prestazione difensiva quasi perfetta.

Torniamo dunque al discorso di Di Francesco: già è difficile dover lavorare per perfezionare situazioni sulle quali ci sono lacune come nel caso dei calci piazzati, figuriamoci se ci si aggiungono questo tipo di reti subite all'apparenza inspiegabili. A pensarci bene, se ai 29 gol subiti dal Venezia togliessimo i 12 che si è fatto quasi da solo, già l'Unione avrebbe probabilmente tutt'altra classifica.