Venezia, Doumbia: "Quando mi ha chiamato l'U21 non ci credevo, cresciuto tanto con Di Francesco"

21.03.2025 08:00 di  Davide Marchiol  Twitter:    vedi letture
Venezia, Doumbia: "Quando mi ha chiamato l'U21 non ci credevo, cresciuto tanto con Di Francesco"

Prima convocazione con l'Italia U21 per Issa Doumbia, ragazzo che al Venezia si è già guadagnato spazio in Serie A, saltando in massima categoria direttamente dalla C. Dal ritiro degli azzurrini l'ex Albinoleffe ha rilasciato alcune dichiarazioni: “È una emozione grande, sono contento di questa nuova avventura, di questa nuova esperienza. Credo che sia un’occasione per dimostrare impegno e migliorare sempre di più. Voglio accoglierla così. Il mio ruolo preferito è quello di mezz’ala, destra o sinistra è indifferente. Il giocatore a cui mi ispiravo si chiama Pogba, credo che ora ritorni a giocare”.

Sul passaggio dalla C alla A
“C’è molta molta differenza, soprattutto l’attenzione, la determinazione. Cambia tutto, è molto diverso. Difficoltà? C’è più intensità”.

Sulle origini ivoriane.
“I miei genitori sono venuti qui in Italia. Mio padre è arrivato negli anni ottanta, nel duemila ha fatto arrivare mia madre. Io sono nato nel 2003 e mio padre mi ha messo subito in testa il calcio, come riferimento. Lui giocava, ma non è andata a buon fine. Ora fa il camionista, anche all’estero”.

Sugli obiettivi con la Nazionale.
“Devo dimostrare di potere fare parte di questo gruppo all’Europeo, dare una mano alla squadra per vincere il torneo”.

Sulla stagione a Venezia con Di Francesco.
"Mi ha insegnato di stare sempre sul pezzo, di tenere il focus sul lavoro. Lo apprezzo molto perché da quando sono entrato nel mondo Serie A lui mi ha aiutato tantissimo. È anche grazie a lui se sono in questo momento speciale. Le mie caratteristiche migliori sono la forza, il fisico e la corsa. Sarei adatto a un centrocampo a tre, magari come mezz’ala".

Sulla famiglia.
“Con i miei genitori ho un rapporto fantastico, mia madre e mio padre sono la mia vita. Senza di loro non saprei cosa fare”.

Sul momento della convocazione.
“Stavo dormendo, mi ha chiamato il mio direttore e mi ha detto che ero stato convocato. Io non ci credevo, all’inizio. Poi mi ha telefonato il mio procuratore, ho sentito i miei genitori. Erano contenti, ma anche io, tantissimo”.