Mercato Venezia, 45 giorni dopo: difesa sigillata, ma l’attacco…

A distanza di quasi due mesi dalla fine del mercato del Venezia, questa è l'analisi sull’impatto dei nuovi innesti arancioneroverdi
Fonte: A cura di Flavio Zane
Mercato Venezia, 45 giorni dopo: difesa sigillata, ma l’attacco…
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È stato un mercato di gennaio con tanti movimenti quello di gennaio. Considerando anche il rientro del giovane Simone Ascione in arancioneroverde dopo la parentesi di sei mesi al Foggia, i giocatori nella tabella arrivi nel calciomercato invernale del Venezia ha raggiunto la doppia cifra. A fronte delle undici partenze, si può dire che il direttore sportivo, Filippo Antonelli, ha rimodellato poco meno della metà della rosa a disposizione di mister Di Francesco. Un numero consistente di trasferimenti, necessario e comprensibile per una squadra neopromossa con evidenti necessità quantitative e qualitative finalizzate a una risalita in ottica lotta salvezza, ma sin da subito valutato come deficitario dalla maggioranza degli addetti ai lavori. A quasi due mesi dalla sua conclusione, abbiamo analizzato l’impatto dei neo acquisti nella squadra alla luce delle prime partite messe alle spalle dal loro arrivo.

DIFESA

Dal giorno successivo al gong del calciomercato, il Venezia ha disputato un totale di 7 partite di Serie A, rimediando 4 punti, frutto di 4 pareggi consecutivi ottenuti negli ultimi 4 incontri. Un bilancio più che onorevole, considerando due aspetti principali: in primo luogo, il valore degli avversari incontrati; in secondo, il numero di gol subiti. Tra Roma, Lazio, Atalanta, Napoli e l’ambizioso Como, la squadra lagunare ha portato a casa 4 punti, incassando appena 2 gol, a cui vanno aggiunti quelli della trasferta di Marassi contro il Genoa, che portano a 4 il passivo e i palloni raccolti dal fondo della rete dal neo portiere a difesa dei pali del Venezia, Ionut Radu.

L’estremo difensore rumeno è probabilmente l’uomo del mese e giocatore copertina dell’incoraggiante momento del Venezia, oggi la migliore difesa tra le squadre classificate dopo il 12° posto, alcune delle quali già molto vicine dal raggiungimento dell’obiettivo salvezza. Giunto in extremis per sostituire l’infortunato Stankovic, l’ex Inter ha spazzato via ogni perplessità sul suo conto, tra cleen sheet, parate decisive, e premi di MVP a cascata, risultando una scelta estremamente felice.

La rinascita del portiere, come spiegato dallo stesso tecnico del Venezia, Eusebio Di Francesco, non è però solo da limitare agli indubbi interventi decisivi del nuovo numero 1 degli arancioneroverdi, ma è anche figlio di un lavoro di squadra che gli permette di intervenire nelle condizioni ideali per poter compiere le scelte migliori e, di conseguenza, esaltarsi. Tradotto: va sottolineato anche l’eccellente rendimento della nuova linea difensiva, capitanata da Idzes con, ai suoi fianchi, il ritrovato Schingtienne e il neo acquisto Candè. Proprio il centrale guineense, arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Metz, si è contraddistinto egregiamente, fatta eccezione per degli svarioni con Genoa e Como. Intelligente, freddo e dotato di doti atletiche importanti, Candè è divenuto in un batter d’occhio una colonna della retroguardia lagunare.

Meno preponderante è stato l’apporto di Marcandalli, il quale, come Candè, è stato sin da subito inserito tra i titolari nel match di campionato con la Roma. La crescita di Schingtienne ha inevitabilmente ridotto drasticamente lo spazio del difensore in prestito secco dal Genoa, il quale non è però mancato nel farsi trovare pronto quando chiamato in causa contro l’Atalanta e soprattutto con la Lazio, sfruttando a dovere tutta la sua imponente fisicità.

CENTROCAMPO

L'altro reparto che è parso beneficiare delle mosse di mercato invernale del Venezia è quello dei centrocampisti, seppur apparentemente quello più competitivo anche prima degli ultimi innesti. L’arrivo di Kike Perez dal Valladolid ha aggiunto una variante importante fin da subito sfruttata da mister Di Francesco, aggiungendo personalità e palleggio alla squadra, a discapito della titolarità di uno dei principali artefici della promozione in Serie A come Busio. Un impatto notevole è stato anche quello di Zerbin, anch’egli immediatamente inserito nell’undici dell’allenatore del Venezia, al posto di un altro veterano come Zampano. Più che per la freddezza sotto porta, l’esterno il cui cartellino di proprietà del Napoli, si è sin qui distinto per la grande capacità di performare nelle due fasi con grande continuità nell’arco della partita.

Infine, molto diverso è stato sin qui il contributo alla causa di Condé, arrivato probabilmente anche lontano dalla migliore condizione dallo Zurigo e utilizzato con il contagocce. Oltre a un adattamento al campionato italiano, il centrocampista guineano paga anche la folta concorrenza in reparto, considerando il rientro dal lungo infortunio dell’esperto Duncan e della rapida crescita del promettente Doumbia.

ATTACCO

Nelle sue prime dichiarazioni post calciomercato, il direttore sportivo del Venezia, Filippo Antonelli, ha spiegato come gli obiettivi dalla sessione di trasferimenti fossero stati raggiunti all’80%. Sin dall’inizio e, ancor più con il senno di poi, appare evidente quale sia il reparto della rosa a includere il 20% dei “rimpianti”. Infatti, al doloroso addio di Pohjanpalo, a cui va aggiunto quello più prettamente numerico  di Raimondo, il Venezia ha cercato di porre rimedio con gli ingressi di Fila e Maric. Due colpi giunti nel rush finale dopo che, uno dopo l’altro, gli obiettivi principali sono sfumati uno dopo l’altro.

I due profili sono sembrati non idonei, per motivi differenti, a quelle che sono le immediate esigenze di risultato della squadra. Il giovane attaccante ceco, principale investimento economico per il reparto offensivo, dopo le prime due uscite, anche a causa di un infortunio, ha trovato gradualmente meno spazio nelle successive partite di campionato, fino a tornare titolare nell’ultimo match del Venezia contro il Napoli. In questa gara ha comunque dato qualche timido segnale positivo, ma divorandosi un gol. Maric, un’ultima scelta in attacco del Monza fanalino di coda della Serie A, ha invece trovato spazio sempre crescente, sintonizzandosi bene con il resto della squadra, ma senza dare la sensazione di poter realmente incidere.

In breve, i due attaccanti hanno per ora confermato le prime perplessità sulla capacità di poter dare quella sferzata decisiva e immediata negli ultimi trenta metri di campo. Non è un caso se il Venezia, nelle ultime 7 partite, ha realizzato un solo gol, oltretutto messo a referto su penalty dal veterano Gytkjaer. Un dato preoccupante che alimenta il dispiacere generale, proprio considerando la bontà del lavoro complessivo della squadra, che ad oggi pare sempre più da considerare incompleta. Sia Fila che Maric hanno mostrato uno scarso feeling con la porta, che si aggiunge alla già scarsa vena realizzativa dei compagni, Oristanio e Yeboah, ma anche dello stesso Gytkjaer, considerando la sola Serie A. Nulla di sorprendente osservando anche i freddi numeri in carriera di questi giocatori. Realtà che si spera si possa invertire nelle prossime partite, ma che rischia fortemente di essere fonte di grande rammarico.