Reyer, Moretti: "Metto le esigenze della squadra al primo posto, conosco già Spahija"

02.07.2024 23:25 di  Giovanni Girardi   vedi letture
Reyer, Moretti: "Metto le esigenze della squadra al primo posto, conosco già Spahija"
© foto di Umana Reyer Venezia Credits

Ai microfoni di Reyer Time è il turno di Davide Moretti, il nuovo play/guardia degli orogranata.

Nella chiacchierata al podcast condotto da Pep Malaguti e Steve Giant, gli argomenti sono stati molti: dalle prime sensazioni a Venezia all’esperienza di Varese, dal legame con Roseto agli anni negli States.

Il basket è cambiato negli ultimi periodi. Tu sei un playmaker, ma puoi fare anche la guardia. Che tipo di giocatore ti consideri?

Prima di tutto penso di essere un giocatore che mette le esigenze della squadra al primo posto. Qualsiasi ruolo mi chieda di fare il mio allenatore, purché si arrivi alla vittoria, io mi riesco ad adattare. È stato così per tutta la mia carriera, anche a Pesaro e a Varese, dove giocavo sia da play che da guardia, impostando il gioco ma facendo anche punti.

Tu sei anche un grandissimo tiratore. Non hai alcun timore a prenderti tiri decisivi, è un po’ una tua caratteristica questa.

Sì, è una fiducia che viene da tutte le ore che passo in palestra, una cosa che viene con il tempo. Non ho mai avuto problemi e spero di continuare per questa squadra anche per gli anni a venire.

Sei andato negli Stati Uniti nel 2017 e nel 2019 hai fatto la finale a Minneapolis contro Virginia davanti a settantamila spettatori. Che ricordi hai di quell’esperienza?

E' stata un’esperienza stupenda. Giocare in uno stadio di football coperto, davanti a settantamila persone. Ancora oggi mi sento con quei compagni con cui ho stretto un rapporto molto forte. Quando posso cerco di tornare in America per cercare di rivivere sulla pelle tutti quei momenti.

Che esperienza è stata quella di Varese?

E' stata un’esperienza non facile. Prima il cambio di allenatore, un inizio difficile. Poi tutti i cambi in corso d’opera, dal play ai lunghi, abbiamo cambiato tanti giocatori. Non era mai facile trovate la chimica giusta, soprattutto per un gruppo giovane come eravamo noi. Sono tutte cose che hanno reso un anno ancora più difficile di quello che era. Però abbiamo comunque raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti, in Coppa abbiamo fatto un ottimo risultato, siamo arrivati in semifinale. Ho comunque ricordi belli, un anno molto formativo per me.

Hai sentito in questi giorni coach Spahija? Cosa ti ha detto?

Si. Io e Spahija ci conosciamo già da tempo. Lui è stato allenatore di Roseto e mio padre ha giocato a Roseto. C’è stata qualche cena insieme, ci conosciamo già da un po’. Mi ha detto che mi seguiva da qualche tempo. Negli ultimi giorni ci siamo scambiati due parole.

A proposito di tuo padre Paolo Moretti, quanto è importante avere un papà così?

E' qualcosa che ti aiuta a voler arrivare a quei livelli. Fin da piccolo è stato il mio giocatore preferito, un qualcosa da voler battere. Lui, da padre, voleva vedermi diventare più forte di lui, quindi mi ha sempre aiutato da un punto sia tecnico che mentale. È una figura molto in portante per la mia carriera.

Qualche giorno fa abbiamo sentito Molin. Venezia vuole provare a competere con i top team. Che stagione può fare secondo te la Reyer?

Le ambizioni sono sempre più alte, come è giusto che sia da grande società. L’anno scorso hanno fatto una stagione soddisfacente, arrivando in gara 5 contro la Virtus. È giusto che l’asticella si alzi, magari puntando a una finale scudetto o arrivare ai playoff di Eurocup. Sono tutte ambizioni legittime per una società come Venezia.