ESCLUSIVA - Mariani: "Non ho parole per descrivere quello che ho provato al Penzo. Questo Venezia è forte, ma può crescere ancora"
Nel nostro consueto Talk Show settimanale, Pedro Mariani ha detto la sua sull'annata che sta vivendo il Venezia. L'ex difensore prima della gara contro la Reggiana è stato premiato con una maglia celebrativa nell'ambito dell'iniziativa che la società sta portando avanti per gratificare i giocatori che nella storia arancioneroverde hanno lasciato maggiormente il segno. Queste le parole di Pedro, puoi rivedere la puntata cliccando qui o andando in fondo al pezzo.
Le emozioni nel tornare al Penzo, un desiderio che avevi espresso spesso proprio ai nostri microfoni:
"Sono stati giorni complicati, mi dispiace essere ripetitivo, ma quando diventi ex realizzi meglio un pochino tutto. E' un feeling forte, sono venuto per Pasqua il giorno prima, sono stati giorni incredibili, non ho aggettivi giusti per descrivere con esattezza le emozioni che ho provato. Il Penzo è cambiato molto, è diventato molto più bello. Qualcuno forse mi prenderà per matto, però non ho fatto caso alle novità del Penzo, ho rivissuto tutto come non fosse cambiato nulla. Quando ho fatto la camminata in città nonostante la pioggia e gli anni passati i tifosi mi riconoscevano, è stato qualcosa di indescrivibile, non si può spiegare, ho fatto molta fatica e tutto d'un tratto sono tornato giocatore, ho vissuto la partita, ho sofferto, ho saltato in tribuna destando anche un po' di clamore visto che ero in tribuna autorità. Mi ha fatto vedere mia figlia di undici anni che ovviamente non ha vissuto il me calciatore così interessata alla partita, voleva sapere tutto. Mi sono ripromesso di venire ancora".
La sconfitta contro la Reggiana:
"La Reggiana è una squadra complicata da affrontare, loro giocano a calcio e lo fanno restando alti, può battere chiunque e prendere gol con chiunque. Sapevo che sarebbe stata una sfida complessa. Nel primo tempo il Venezia mi è piaciuto, il problema, ricorrente nel corso dell'anno, è che è una squadra che può vincere ovunque, se l'è giocata alla pari anche con il Parma, ma che ha una difesa che non ho mai amato. Difendere nella tua metà campo o nella tua area di rigore è una cosa, farlo un po' di metri più avanti è un'altra cosa, a Vanoli piace avere una squadra propositiva quindi è normale difendere più alti. Il Venezia ha preso tanti gol in momenti in cui la difesa doveva intervenire subito o correre all'indietro. Quando bisogna difendere in area di rigore o nei pressi è una difesa che anche per struttura fisica non è facile superare, invece in alcune letture fa fatica, abbiamo preso tanti gol in situazioni strane. Lunedì il gol del 2-1 è un gol che non devi prendere, così come non dovevi concedere quel corner. Ci sono tanti momenti all'interno della stessa partita, andare a riposo con una partita riaperta cambia totalmente gli umori, non gestisce bene i momenti. Quando c'è il fischio d'inizio parte e va, sempre, ci sono stati momenti in cui serviva invece fare qualche gol in meno, ma prendendone qualcuno in meno respirando e gestendo la situazione. Poi sul campionato nel complesso ovviamente si sta facendo qualcosa di stratosferico ed è tutto apertissimo nella maniera più assoluta. Però ho notato questo come problema più rilevante, è una difesa che giocando alta fa fatica. Nella costruzione del gioco poi che siano tre o che siano quattro vanno ormai a fare quasi i centrocampisti, ma non abbiamo difensori "registi", che sanno impostare, la danno a destra o a sinistra e poi il loro lavoro finisce, questo ti porta ad arretrare qualche centrocampista".
Questi difetti nella difesa sono dovuti a?
"Quando giochi con la difesa a tre devi avere un mastino davanti alla difesa, che abbia la capacità alla Gattuso di farti certi recuperi appoggiandosi alla difesa. Se ripartono e ho Gattuso e i tre difensori è una cosa, senza uno lì davanti diventa un problema. C'è qualche problemino di equilibrio. Vanoli, che ho rivisto con estremo piacere, è attentissimo a queste cose. Quando arrivò se vi ricordate proprio in questa trasmissione vi dissi che ero certo delle sue capacità, perché conoscevo il suo percorso. Se il Venezia mette a posto queste cose può fare un ulteriore step di crescita. La questione è dettata un po' dalle caratteristiche dei difensori a disposizione. La Reggiana ti ha messo giocatori tra le linee e inevitabilmente difensori con la struttura fisica per esempio di Altare è normale abbiano delle difficoltà. C'è da registrare ancora qualcosa nelle dinamiche difensive, anche perchè poi con il tempo gli avversari ti studiano e iniziano a capire i tuoi punti di forza. Poi la Reggiana è squadra che non molla mai, ne ha recuperate tante di partite. A livello fisico nel primo tempo ho visto un buon Venezia, ma non ho visto un Venezia brillante, su questo però è probabile che nella sosta sia stato fatto un richiamino in vista del rush finale, mentre penso che la Reggiana abbia fatto un lavoro più leggero perché andavano troppo forte. Da sempre questo è il momento in cui si fa qualche test andando a sistemare la forma di chi è un po' meno brillante. Il Venezia è la squadra che per tanti motivi ha corso più delle altre quindi questo era il momento giusto per fare un lavoro un po' più pesante".
Ti sei goduto dal vivo Pohjanpalo:
"Spesso mi viene chiesto se ci sia un giocatore di questo Venezia mi smuove qualcosa. Ecco con Pohjanpalo mi sarebbe piaciuto giocare, perché incarna il senso d'appartenenza, dà tutto, è ragazzo a modo, mi piace particolarmente e vi faccio una confidenza. Gli ho chiesto la maglia, ma sono dovuto scappare perché avevo il battello in partenza, ma mi sarà spedita e la esporrò nel mio museo di Mariani sport, perchè è un ragazzo che stimo molto. E' un ragazzo che può giocare ovunque, a qualunque livello giocherebbe così facendo gol. Ha qualità tali che se gli dici che deve giocare in Serie C lui lo fa uguale, con lo stesso impegno, è un ragazzo che sa che c'è una partita da giocare e da vincere contro un avversario. Mi piace il suo approccio, è il giocatore che stimo di più nella storia recente di questa squadra. Poi in area di rigore di ragazzi così non ne esistono quasi più, legge le situazioni benissimo, ha fatto tanti gol mettendo il piede e la zampata un attimo prima degli altri, ha le intuizioni dei Bettega e dei Graziani".
Cosa farà la differenza in questo rush finale?
"Il 65/70% della differenza la farà la forma fisica. Siamo nel finale e in questo momento è normale che ci sia un po' di stanca e chi ha lavorato bene lo si vedrà, anche perché arriveranno i primi caldi. Poi proprio perché ti conosci bene i dettagli di cui parlavo prima faranno la differenza. Lunedì si era capito che era una partita strana, soprattutto nel secondo tempo. Si è visto che la squadra non era in una giornata normale, i due gol sono arrivati ma non erano attesi, poteva farli anche la Reggiana, non c'era una supremazia che mi faceva stare tranquillo. Serviva una vecchia volpe che facesse capire a tutti che la giornata era particolare perché ora anche un punto fa la differenza. Non era solo una questione di cambi, parlano tutti di cambi ma per me è quasi più importante l'occupazione degli spazi. Magari la perdevi uguale, però magari la pareggiavi, ma in questa fase non devi regalare niente, tutti dovevano fare qualcosina di più, questo è il momento in cui devi andare anche contro le tue ideologie per ottenere il massimo, devi anche essere brutto se serve, dopo il secondo gol fatto ci siamo messi ad aspettare che arrivasse la fine del primo tempo subendo tanto, quei momenti lì vanno gestiti in modo diverso".
L'ingresso di Portanova ha sparigliato un po' le carte:
"Portanova l'ho seguito anche per questioni di lavoro e ha fatto forse il suo miglior campionato in assoluto".
Manca un po' quel giocatore che quasi si sostiuisca al mister quando serve:
"Nelle squadre moderne i capitani di una volta non possono più esserci perché i tempi sono cambiati, ora i giocatori sono più suscettibili. Ci dev'essere un leader in campo che non chiama nemmeno più Vanoli, come quando succedeva a me con Zaccheroni, e prende l'iniziativa. Magari al tecnico non piace, però aiuta, che faccia la voce grossa, che chiami le distanze. In queste poche partite sono dettagli che fanno la differenza, lunedì ci voleva qualcuno che in quei 4 minuti facesse sparire il pallone. A lungo andare ho visto qualche giocatore fare veramente fatica, dal lato di Altare c'era Pierini che andava sempre lasciandolo solo e costringendolo a correre tanto. La gestione doveva essere migliore, non lo so poi se sarebbe servito per pareggiarla, ma sono dettagli che spesso fanno la differenza ed è stato un fattore mancato per tutto l'anno. E' una squadra che parte fin da subito e così ci ha regalato grandissime soddisfazioni, ma bisogna ora riuscire a capire meglio alcune situazioni. Nel finale di primo tempo anzichè aspettarli dovevi continuare, poi avevi il riposo, invece ti sei messo ad aspettarli lì e l'hanno riaperta. Bisogna eliminare qualche difetto nei dettagli. Se andiamo a vedere in quante partite abbiamo regalato punti per errori di gestione in campo... potevamo essere secondi con qualche punto di vantaggio anche".
Il profilo che manca oggi al Venezia forse è quello di Jajalo:
"Sì, manca un giocatore così, è evidente. Probabilmente la fretta talvolta di andare nella metà campo opposta è legata magari anche all'assenza di un giocatore così nelle letture, l'assenza di un giocatore in grado di leggere il momento. La frenesia ti può portare risultati ma bisogna anche saper leggere il momento, tante volte è stato un pregio, ma quel difetto va limato".
La sfida contro l'Ascoli:
"Anche quando perdi una partita poi non vedi l'ora di giocare quella dopo, non ho dubbi sotto l'aspetto dell'approccio, è complicata perché ora il livello è molto livellato. L'Ascoli ha bisogno di punti come il pane, dovrai essere mentalmente forte, una gara difficile sul piano mentale e fisico, ci devi arrivare bene. Però se il Venezia fa la partita solita sulla carta siamo più forti, ma non sarà assolutamente partita semplice. Ora le squadre in alto hanno un po' di stanca perché sono comunque più serene, guardate i risultati a sorpresa che stanno arrivando nel corso di questa stagione, sotto si gioca alla morte, sopra provi ad andare a caccia della promozione, sotto hai in ballo soldi, sponsor e permanenza nella categoria. Il popolo ascolano lo conosco molto bene, servirà una grande partita, è un'altra squadra che fisicamente ci dà dentro, ti impegna molto, non mollano".
Ci credi nel sogno?
"Vi ricordate in passato quando a volte dicevo di crederci e probabilmente qualcuno pensava fosse impazzito? Quando me lo chiedeste l'anno di Zanetti non ci credeva nessuno. Ovviamente ci credo, perché la squadra al di là dei difetti è una squadra forte, tosta, che non molla mai e c'è un tecnico che in spogliatoio sa mettere a posto le cose".