La NFL, il Bayern, la fatica al Venezia: ecco perché tutti vogliono Tessmann il tuttofare

02.07.2024 14:30 di  Daniele Najjar   vedi letture
La NFL, il Bayern, la fatica al Venezia: ecco perché tutti vogliono Tessmann il tuttofare
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"Ci vuole tempo": un concetto che sentiamo spesso esprimere nel mondo del calcio, ma a chi è che viene poi dato effettivamente, il tempo? Tanner Tessmann ne ha avuto bisogno, perché arrivava dall'altra parte del mondo e tutto era meno che pronto. Come poteva esserlo un ragazzo di nemmeno vent'anni che diciotto mesi prima di volare oltreoceano per cercare di sfondare in Italia, era in dubbio se scegliere il calcio o il football americano? Ma andiamo con ordine. 

Tessmann è nato il 24 settembre 2001, a Birmingham, in Alabama. Calcisticamente è cresciuto nel North Texas, l'academy dell'Fc Dallas, dove ha esordito da professionista nel 2019 in USL(una sorta di campionato riserve degli States), per poi trovare anche le prime apparizioni in MLS in prima squadra l'anno successivo. Dallo stesso posto sono emersi giocatori del calibro di Weston McKennie, arrivato ad affermarsi nella Juventus e Bryan Reynolds, passato dalla Roma.

Prima di sfondare nel Soccer, ecco l'incrocio con il Football, con la prospettiva addirittura di diventare un grande talento della NFL: "Ve lo giuro, non sto dicendo una bugia, potrebbe presentarsi oggi in un training camp della NFL e competere da subito" - disse di lui Dabo Swinney, capo allenatore dell’università di Clemson, come riportato dal portale dedicato al calcio statunitense, MLSSoccerItalia.

Quando era ancora fra i dilettanti infatti, pare che Swinney fosse rimasto colpito dalle sue qualità di calcio, tanto da vederlo come potenziale kicker titolare, in una squadra che solo nel gennaio precedente aveva vinto il titolo nazionale. E Tessmann? Non chiuse la porta, ma ad una condizione: non mollare il suo sogno di calciatore. Non è inusuale da quelle parti infatti proseguire con entrambi i percorsi unificati, fra calcio e football. 

Sempre secondo MLSSoccerItalia l'incontro fondamentale è stato quello avvenuto in prima squadra con Luchi Gonzalez, che notò per primo il giovane nella squadra riserve e, complice un infortunio della stella Paxton Pomykal, si decise a dargli una possibilità, pur se non aveva pienamente convinto in uno dei settori giovanili più blasonati degli USA. Nel febbraio 2020, ecco il contratto da professionista con l'FC Dallas. L'anno successivo il Bayern Monaco, che ha una collaborazione in atto con Dallas, gli fece fare un provino con la squadra allora allenata da Flick: nulla di fatto, l'affare non si fece. E dopo 28 presenze in prima squadra in MLS, ecco arrivare il Venezia, che con circa 3 milioni di euro lo porta in Veneto. 

Qui torniamo alla questione del tempo. L'impatto di questo ragazzo che finalmente si è convinto di potersi affermare nel calcio non è che sia così positivo. Nelle prime dieci partite in Serie A, Paolo Zanetti gli concede appena 57 minuti dato che il talento si vede, ma è ancora acerbo. L'esordio da titolare avviene all'undicesima giornata, nello 0 a 0 contro il Genoa, dove regala una prova sufficiente. Nelle successive 10 inizierà dal primo minuto un altro paio di volte, entrando di più nelle rotazioni, ma rimediando un rosso, per un entrata con piede a martello su Luis Alberto, dopo essere entrato nel finale della sfida all'Olimpico contro la Lazio. Nella seconda parte di stagione finisce per diventare un comprimario, con la squadra che retrocede tornando in B.

Una prima annata di ambientamento non indimenticabile, i tifosi non lo vedono come uno del quale non poter fare a meno. Lui capisce che deve cambiare registro, anche se la sua posizione la sta ancora ricercando, come si evince nella prima uscita stagionale, in Coppa Italia contro l'Ascoli, ad agosto 2022: "Preferisco giocare più alto e sulla sinistra a centrocampo" - spiega lui - "contro l’Ascoli mi sono trovato in una zona più centrale e ho fatto maggiormente il regista, ma se devo scegliere preferisco giocare più a sinistra. Sono cresciuto molto l'anno scorso in A. È stato impegnativo, ma è stata un’esperienza molto formativa in vista anche di quest’anno". 

Dalle parole ai fatti, anche grazie a due incontri. A novembre arriva Paolo Vanoli in panchina, a gennaio Mato Jajalo in mediana. L'impressione è che il croato fosse quello che mancava ai lagunari e l'aggiunta di una mente pensante nel reparto aiuta anche chi c'è intorno a tirare fuori il meglio, Tessmann su tutti. L'americano è uno dei più positivi del finale di stagione che porta ai playoff e lui stesso dirà del nuovo compagno: "Jajalo è un top player, ci motiva e ci dà energia tutti i giorni in allenamento. Ci sta dando una mano ancora più grande. Si è visto sabato a Bari il suo grandissimo impatto sulla squadra, ma anche dentro lo spogliatoio". 

Scaricato da responsabilità che non era pronto a cogliere e completato dal lavoro che Vanoli fa su di lui, Tessmann tira fuori qualità che forse nemmeno lui ricordava di avere. 188 centimetri di forza, tecnica e personalità, ora è capace di giocare sia davanti alla difesa, dando geometrie alla squadra, che di coprire ampie zone del campo e di proporsi in zona offensiva. Da due anni il suo nome è al centro del mercato, ma l'aver realizzato 7 gol e 3 assist nella cavalcata degli arancioneroverdi lo ha portato ad essere uno degli oggetti più pregiati di questo mercato. 

Un tuttofare, rappresenta il centrocampista moderno che cercano oggi le big.

Non è ancora dato sapere che tipo di carriera potrà fare, ma Tessmann ha dimostrato di poter agire tranquillamente da play e da mezzala, il suo tiro da fuori fa ingolosire chi ne intravede i margini di miglioramento, così come la capacità di inserimento dimostrata dalle sue costanti proiezioni offensive. La sfida dello scorso aprile contro il Brescia è stata decisa proprio da due situazioni di calcio d'angolo dove nella prima è arrivato di gran carriera a calciare al volo dal limite e nella seconda è stato puntuale a spingere una sponda in rete. Il missile terra-aria scagliato alle spalle di Pigliacelli nella semifinale dei playoff contro il Palermo dopo appena 3 minuti dall'avvio è la cartolina da portare nelle sedi delle big che stanno bussando alla porta, la certificazione di una stagione in cui, nonostante la lunga assenza di un elemento dalle caratteristiche uniche come il sopracitato Jajalo, Vanoli ha accompagnato la sua crescita esponenziale arrivando fino alla Serie A. 

Il ds Filippo Antonelli ed il dt Cristian Molinaro hanno di recente commentato i rumors su di lui, lasciando intendere che più di qualche voce proveniente dalle varie Inter e Fiorentina, tanto per citare due dei tanti club che stanno monitorando la situazione sul suo conto, sia veritiera. E attenzione all'effetto-Olimpiadi, dove sarà impegnato con i suoi Stati Uniti: se anche lì dovesse ripetere prestazioni come quelle ammirate negli ultimi dodici mesi beh, a quel punto diventerà difficile ed anche controproducente provare a trattenerlo.