Venezia, la strana parabola di Haps: da esubero a titolare, anche contro i "giganti"

06.11.2024 12:30 di  Daniele Najjar   vedi letture
Venezia, la strana parabola di Haps: da esubero a titolare, anche contro i "giganti"
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Cosa sono 26 centimetri di differenza in altezza, quando puoi compensare con l'applicazione e la voglia di fare meglio del tuo avversario ad ogni costo? Quando Haps si è ritrovato più volte a duello con Lucca (così come con altri giocatori bianconeri orbitati dalle sue parti), nell'entusiasmante rimonta fatta dal Venezia contro l'Udinese, non ha pensato di arrendersi alla stazza fisica del suo rivale nemmeno per un momento ed alla fine ne è uscito vincitore.

La situazione si è ripetuta a San Siro a più riprese con Dumfries, un altro che non è propriamente piccolino (188 centimetri l'interista, 175 l'esterno di Di Francesco). E' vero che l'olandese è riuscito in qualche occasione a rendersi pericoloso di testa o che lo ha messo in difficoltà nell'uno contro uno in campo aperto, ma sono quelle situazioni al limite che questo Venezia sembra voler in qualche modo mettere in conto (cercando di limitarle al massimo s'intende, ma con un atteggiamento differente da chi pensa solamente a chiudersi nella propria metà campo). Situazioni che non possono essere addossate a lui come colpa, che invece ha retto l'urto in modo ammirevole, senza perdersi d'animo. Poi certo, questo non significa che queste stesse situazioni possano e debbano essere affrontate meglio: da chi deve impedire la ripartenza, a chi deve accorciare su chi crossa, fino a lui stesso che magari può posizionarsi meglio, alle volte.

Una parabola strana quella di Ridgeciano: in estate - insieme a Crnigoj e Bertinato fra gli altri - era fra i giocatori dati come probabili partenti e immaginiamo che il club non lo avrebbe trattenuto a forza. Pronti-via invece si ritrova titolare all'Olimpico contro la Lazio, poi rimane fuori per tre partite di fila. Chiuso il mercato però i numeri parlano chiaro: Di Francesco se lo è ritrovato in rosa e difficilmente sembra voler fare a meno di lui, ora.

Anzi: nel momento dell'emergenza difensiva, è stato lui ad assumersi la responsabilità di agire in quel ruolo così delicato com'è quello del braccetto di difesa. "L’avevo già usato lì a Monza, ha fatto molto meglio con l’Udinese. In base alle partite posso usufruire di un braccetto che è più "terzino", in questo caso volevo avere un palleggio migliore con un mancino, visto che Sverko ancora non era al meglio", ha detto in merito il tecnico, alla vigilia della sfida con l'Inter. A San Siro Haps è tornato a fare l'esterno a tutta fascia, lottando su e giù contro un cliente difficile. 

Da esterno ci mette tanta corsa, ma anche qualità, vedi sul cross recapitato sulla testa di Sverko al settimo minuto di recupero al Meazza. Da braccetto di difesa dà quella interpretazione al ruolo che tanto piace all'allenatore per aiutare lo sviluppo della manovra, in caso di necessità. Sta crescendo poi anche dal punto di vista tattico e nei movimenti difensivi. Una seconda vita per il giocatore del Suriname, che dopo la partita contro il Parma verosimilmente dovrà partire nuovamente alla volta della propria Nazionale, ma che a Venezia tornerà consapevole di avere oggi tutta un'altra importanza. Se a destra la certezza è Zampano, a sinistra la fascia ha un nuovo padrone.