ESCLUSIVA - Maldonado: "Che forte Pohjanpalo, Antonelli sa di calcio. La mia Venezia fra campo e spritz"

19.07.2024 15:00 di  Daniele Najjar   vedi letture
ESCLUSIVA - Maldonado: "Che forte Pohjanpalo, Antonelli sa di calcio. La mia Venezia fra campo e spritz"
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L'ex difensore del Venezia Ruben Maldonado, che ha vestito la maglia arancioneroverde a cavallo fra il 2000 ed il 2006, è intervenuto in esclusiva a TuttoVeneziaSport per parlarci di alcuni suoi ricordi legati al suo periodo in Veneto ed alle sue impressioni sulla attualità dei lagunari. Attualmente Maldonado allena lo Sportivo Carapeguá, che è terzo nella Serie B paraguaiana: "Stiamo lottando per tornare in Serie A come ha fatto il Venezia" - esordisce lui.

Segui ancora il Venezia ed il calcio italiano?

"Tantissimo. Ho sempre detto che Venezia è casa mia. Ho lasciato lì tanti amici, seguo sempre i risultati, durante gli ultimi playoff ricordo che dovevo condurre un allenamento, ma volevo sapere come andava a finire. Contro il Palermo, il mio amico Cristiano Viviani - che è tifosissimo del Venezia ed è come un fratello per me - era lì che mi teneva aggiornato sulla sfida poi vinta al Barbera. Poi due anni fa con il ritorno in A, la prima partita è stata Napoli-Venezia, un match speciale per me avendo giocato anche al Napoli. Per lo Scudetto degli azzurri mi hanno chiamato e scritto molte persone, fra giornalisti e tifosi. Pure con il Venezia è lo stesso ora, ".

Speri possa salvarsi dunque? Chi ti piace di questa squadra?

"Pohjanpalo ha fatto davvero tanti gol ed è forte. Spero proprio che il Venezia possa salvarsi e poi, perché no, piano piano crescere ancora. Il mio sogno è quello di vederlo in Europa, un giorno. Ha un dirigente bravo che sta costruendo bene la squadra, ma pensiamo ad un passo alla volta".

Parli del ds Antonelli, con cui hai giocato?

"Sì, Filippo è stato mio compagno di squadra a Cosenza, voglio bene a lui come a tanti ex compagni. E sono contento perché ne sa di calcio. E' giovane, ha giocato, sa benissimo come agire in queste situazioni, la persona giusta per gestire questa fase. L'esempio lampante è dato dal fatto che con lui il Venezia è tornato in A. Allo stesso modo sono stato contento per altri ex compagni che hanno aiutato il Venezia in passato come Poggi".

Ci racconti di quando ti ha chiamato il Venezia la prima volta?

"Ero contentissimo dell'interesse del Venezia. Da piccolo guardavo tanto il calcio italiano, un ricordo nitido che ho è quello della mia squadra del cuore, l'Olimpia Asuncion, che gioca la finale dell'Intercontinentale contro il Milan di Baresi e Maldini. Avevo 11 anni, era il 1990: 9 anni dopo ricevere la chiamata da un club di Serie A è stato un sogno".

E' stato facile scegliere il Venezia insomma?

"Facile e veloce. Tutto è avvenuto in pochi giorni fra novembre e dicembre del 1999. Poi a gennaio del 2000 giocavo le qualificazioni per andare alle Olimpiadi, eravamo in Brasile. Sergio Vignoni era venuto a vedermi a Cascavel, dove giocavamo, per farmi firmare un pre-contratto nella prima settimana del mese. Una volta che siamo stati eliminati, sono tornato giusto un giorno a casa in Paraguay, ma in quello successivo ero in volo per Venezia".

Un bel salto, in una città unica al mondo. Che sensazioni avevi in quel volo?

"Avevo addosso una curiosità enorme di vedere questa città di cui si parla in tutto il mondo e di cui magari potevo aver visto soltanto le foto in giro come tanti altri".

Il primo ricordo?

"11 marzo 2000: il mio esordio al Dall'Ara. A mister Oddo avevo detto che ero un difensore centrale, ma che all'occorrenza facevo anche il terzino. E lui: 'Io ti vedo come mediano' (ride, n.d.r.). Accettai la sfida ed è particolare ricordare che al mio primo anno in A ho fatto praticamente sempre quel ruolo. Poi c'è la seconda partita".

La prima davanti ai nuovi tifosi.

"E' stato incredibile in quella bella atmosfera trovarsi contro gente come Maldini, Costacurta, Shevchenko e Rossi, ma soprattutto il Milan in sé che pochi anni prima guardavo sognando in televisione. Ed un onore vincere pure, con gol di Maniero".

Maniero è fra i più forti con cui hai giocato, a Venezia?

"Sicuramente perché lui faceva i gol, che sono la cosa più importante. Ma ce n'erano tanti altri, penso a Maurizio Ganz, Gianluca Luppi, Fabio Bilica, N'Gotty, Orlandini. Tanti campioni".

Hai incrociato diversi tecnici al Venezia: ti è piaciuto fare la prime stagioni agli ordini di Prandelli, dopo il cambio in panchina?

"Da Prandelli ho imparato tantissimo, anche se ero molto giovane: facevo parte quasi sempre dei convocati, anche se non giocavo molto. Quando abbiamo vinto il campionato credo di aver fatto 5 presenze, ma ero giovane e lui mi ha insegnato molto. Pur non giocando, apprezzavo tantissimo il suo modo di allenare e di far sentire tutti importanti".

E con Ribas e gli altri?

"Con Ribas avevo un bel rapporto, anche se mi è dispiaciuto subire quella squalifica che mi ha fatto perdere diversi mesi. Quando è stata ora di tornare lui non era più il tecnico. Con Gregucci ho avuto un rapporto splendido, anche perché lui è stato difensore centrale, il mio ruolo. Poi c'è Bellotto, con il quale mi sono trovato davvero bene sia dentro che fuori dal campo. Appena arrivato ho incrociato il vostro attuale ct Spalletti, che si vedeva essere bravo, solo che dopo 2 settimane era andato via facendo spazio ad Oddo".

Con Venezia intesa come città e con i suoi tifosi, come ti sei trovato?

"Della città non serve nemmeno che ne parli, è la mia seconda casa. Poi mi piaceva girare il Veneto, ho amato anche Treviso, Padova, Verona, Vicenza dove c'era il mio connazionale Julio Gonzalez che mi invitava sempre. Con i tifosi ho avuto sempre un gran bel rapporto, conoscendo da vicino anche tanti fan club. Ho fatto amicizia con tanta gente a Mogliano Veneto, frequentavamo questo posto che si chiama "La Lampada", del mio amico Giorgio Copparoni. Andavo lì con Fabio Bilica, Paulo Da SIlva, Igor Budan ed avevamo stretto tante amicizie: appuntamento fisso di martedì. Poi noi giocatori andavamo a fare il tifo i nostri amici veneziani come loro, quando giocavano a calcetto. Ricordo anche con tanto affettp Cesare Antonello, che per me è stato un secondo padre. Purtroppo è venuto a mancare".

Il ricordo più bello?

"Quando siamo salti in A con Prandelli, non dimenticherò mai la festa che c'è stata poi con la nostra sfilata sul Galeone. Non dimenticherò mai quei momenti, con annesso giro fino a Piazza San Marco. Ricordi che sono riaffiorati in queste settimane nelle quali ho visto i giocatori attuali festeggiare".

Quanti spritz avete bevuto quella sera?

"Lo spritzetto non deve mai mancare (ride, n.d.r.)".

E fuori dal campo?

"Chiaramente la nascita di mio figlio Filippo nel dicembre del 2004: è un veneziano doc".

La tua frase preferita dal veneziano?

"Una che ti dico per i tifosi del Venezia: salutami i fioi (ride, n.d.r.)".