L'Unione a testa altissima al San Paolo
Non devo, non posso, e non voglio sentirmi giù dopo una partita così. Ci va male, proprio come chiunque di noi si sarebbe aspettato. Eppure sarà il post Natale, oppure la netta sensazione che questa squadra ci sia, che comunque non riesco proprio a sentirmi a terra dopo una gara del genere. Andare in un San Paolo gremito contro una squadra fortissima ed assetata di punti e sfoggiare un match colmo di coraggio, grinta e concentrazione non può che rendermi orgoglioso di questi ragazzi. Abbiamo sofferto come normale che fosse, ma non abbiamo mai lasciato la sensazione di affondare, ogni occasione dei padroni di casa è stata solamente il naturale epilogo di un talento smisurato che, prima o poi, avrebbe regalato soddisfazioni. Ma se l’Unione è capace di reggere l’urto, di concedere talmente poco ai campioni che si avevano davanti, se non si disdegna la sgroppata offensiva, in cui, con un pizzico in più di fortuna, si sarebbero creati problemi enormi per gli avversari, allora le nostre speranze di salvezza si moltiplicano.
Questo è un VeneziaMestre che ci crede. Ed i passi avanti che si sono visti nelle ultime quattro giornate sembrano più figlie di una crescita mentale imponente, che di un superiore tenore fisico. La squadra sembra aver imparato a leggere i momenti della gara, e la gara stessa. Siamo migliorati nella gestione dello spazio, dei tempi, banalmente nel semplice fallo tattico. Attacchiamo e difendiamo da squadra vera, lottiamo e ci arrabbiamo come raramente abbiamo fatto, anche nella trionfale stagione scorsa. Retrocedere Busio nella mediana ci ha donato maggior ritmo e fantasia, e la scelta dell’attacco leggero è piaciuta per audacia ed efficacia, con il duplice vantaggio di cercare la velocità nelle ripartenze e di dare riposo a Joel prima della decisiva partita con l’Empoli. C’è rammarico ed è giusto che ci sia, così come la soddisfazione di aver visto una retroguardia finalmente attenta, coriacea e convinta, anche dopo la perdita di un leader come Svoboda, che sembra aver goduto della maggior responsabilità affibbiata al terzetto. Se davanti Yeboah appare non aver colto a pieno l’occasione di partire titolare, è piaciuto ancora Oristanio, vero faro di ogni manovra offensiva. Ma, fondamentalmente, è l’aver vissuto ogni minuto che passava sul punteggio di zero a zero come un’iniezione di fiducia, una botta di autostima ad un gruppo che fino a poche settimane fa sembrava in balia degli infausti eventi, a renderci ottimisti per il futuro. Invece questa Unione è saputa uscire, per il momento, da quelle paludi di classifica che spesso ti concedono poche chance di rialzarti. E’ evidente come Di Francesco e la sua ciurma meriterebbero quell’aiuto dal mercato che tutti ci auspichiamo. Sia per alzare il peso del nostro attacco che per quell’esperienza in fase difensiva di cui si rende evidente il bisogno. Se poi nelle fasce le scelte si siano rivelate definitive con l’esclusione di Haps e la scommessa Carboni dal primo minuto, si fa difficile pensare ad una società che non intervenga in quel settore che ci è costato, compreso oggi, un sacco di punti in classifica.
Ma, la verità, è che ci ritroviamo al passare dell’anno con un VeneziaMestre in piena lotta, in un ottimo momento di forma e con un morale che, nonostante la sconfitta, sembrerebbe piuttosto alto. Questo è un fatto, così come lo sia la crescita di una tifoseria che ha portato a Napoli oltre 350 unionisti. Quello che sta nascendo nella nostra città è qualcosa di speciale, forza ragazzi, non arrestate la nostra onda, insieme possiamo raggiungere un sogno. Avanti Unione e buon anno a tutti voi!