Destino beffardo per un ottimo VeneziaMestre
Il calcio è così. Che ci volete fare. Una volta gira tutto bene, una volta la sfortuna ti fa vivere un vero incubo ad occhi aperti. E per oggi ho finito con le banalità.. Perché alla fine, l’unica verità è che sono i dettagli che decidono le partite, ed un campionato come questo in particolare. Quel dettaglio che da una parte ti fa strozzare in gola un meritatissimo gol del vantaggio, e dall’altro ti fa svirgolare un pallone concedendo a degli avversari che probabilmente non lo meritavano l’occasione per cambiare il corso di uno scontro diretto. Certo, è anche la qualità che conta, quella di un Cutrone che indovina la giocata del secolo, e quella meno evidente di chi non è riuscito a concretizzare un predominio che per larghi tratti di gara è apparso evidente. E’ una botta terribile per il morale unionista, uno schiaffo ad un gruppo di ragazzi che aveva preparato in soli quattro giorni una gara quasi perfetta, ma dovremmo anche trovare la forza per comprendere come il match di oggi non tolga assolutamente nulla alle nostre chance di promozione, ma anzi, tracci con lucidità la crescita di questo VeneziaMestre. Una squadra scesa in campo con l’intenzione di fare suoi i tre punti, capace di reagire alla grande all’improvviso svantaggio. Gli arancioneroverdi dovranno cercare dentro di loro quella rabbia che solo un’ingiustizia sportiva può accendere, cercando di imparare anche da un pomeriggio così la strada per sentirsi definitivamente grandi. E’ sempre una questione di consapevolezza, e la truppa di Vanoli oggi ci ha mostrato di averla, di viverla. Manca ancora un piccolo passo per andarsi a prendere il paradiso, serve maggior concentrazione nei momenti chiave, si necessita di maggior velocità in mezzo al campo, ma soprattutto abbiamo un maledetto bisogno di quella cattiveria negli ultimi venti metri che oggi ha fatto tutta la differenza del mondo. Ma lo sanno anche a Como, adesso, di aver portato a casa una vittoria contro una squadra più forte e, forse, più completa. Il grande lavoro di Vanoli e del suo staff sarà quello di mantenere l’entusiasmo intatto, ripulendo con serenità quelle situazioni che a questo punto del torneo possono decidere il nostro destino. Solamente un anno e mezzo fa, in questo stesso stadio, abbiamo toccato uno dei punti più bassi della storia recente arancioneroverde; oggi usciamo invece con tanto rancore, a testa bassa, ma totalmente consci di come questo VeneziaMestre sia una vera squadra, un undici che si muove compatto, consapevole della propria forza e della propria identità. Vogliamo però vedere di più dai giocatori che sappiamo poterlo dare, come Pierini, Bjarkason e Candela, apparsi troppo timidi nel tentare le giocate che hanno nel loro repertorio. E servirà anche maggior sicurezza nelle marcature, ancora una volta precarie in prossimità della nostra red zone. Abbiamo ancora dieci finali da vivere senza paura, senza rimpianti. Perché oggi avete mostrato cosa significa crederci, ci avete insegnato che non esistono limiti che non si possono abbattere. Forza ragazzi, è solo una parentesi grigia in una stagione che può diventare indimenticabile. Noi saremo al vostro fianco per riempire insieme una pagina che attende solo di essere scritta.
Avanti Unione!