Una sfortunata Unione cade all'Olimpico
E’ dura questo pomeriggio trovare le parole giuste. Penso e ripenso a ciò che ho visto, a quel che ho provato, all’esplosione per il gol del vantaggio, la sofferenza, la frustrazione. Un dedalo di emozioni, difficili da decifrare, da riordinare. Però poi penso ad un paio di settimane fa quando, sinceramente, i dubbi di avere una squadra non all’altezza, iniziavano a bussare veementemente. E così le parole iniziano ad uscire, le riflessioni ad organizzarsi. E sono quelle di chi ha visto un VeneziaMestre fiero, orgoglioso, e maledettamente sfortunato. Perché si, è vero, non sempre ci si può aggrappare alla malasorte, non sarebbe giusto relegare solamente a questo la quarta sconfitta in sei partite, ma oggettivamente quest’oggi è difficile non credere che sarebbero bastati pochi centimetri per vivere un epilogo diverso, per scrivere una storia fantastica. Quei pollici che ci sono costati prima la rete del possibile 0-2 e poco dopo la deviazione decisiva di Busio per regalare ai giallorossi il punto del pari.
Si possono sprecare litri d’inchiostro, ma la realtà è che a volte gira male, e da una partita che avresti meritato di vincere, torni a casa con l’amarissimo sapore della sconfitta. Ma, in ogni caso, non riesco proprio ad essere arrabbiato o deluso quest’oggi, amareggiato senz’altro, avvilito un poco, ma quest’Unione è una squadra che può farcela; e può farcela attraverso un calcio di livello, propositivo, organizzato, in poche parole, da serie a. Possiamo raccontarci di una squadra forse carente di esperienza, possiamo discutere sui cambi, forse, leggermente tardivi, ma cosa avrei scritto se Oristanio l’avesse scaraventata in rete quell’occasione, cosa se Haps non avesse regalato il corner del vantaggio romanista? Quando a giugno guarderemo la classifica finale forse rimpiangeremo i punti smarriti all’Olimpico, o magari ripenseremo sorridendo a come, anche quest’oggi, abbiamo percorso un altro piccolo passo verso la consapevolezza di esserci, e non come una semplice comparsa.
Perché alla fine ho scelto di portarmi a casa settanta minuti di grande Unione, di un undici armonioso e sereno, sia in fase di costruzione che in una retroguardia che oggi non ha concesso ai blasonati avversari nemmeno un’occasione da rete. La crescita degli arancioneroverdi è apparsa evidente in particolare proprio nell’accortezza difensiva, con Svoboda ed Idzes autori di un’altra prova maiuscola, aiutati da un Candela fuori ruolo si, ma più preciso ed attento rispetto alla settimana passata. La mediana, ancora orfana di Duncan, non ha minimamente sfigurato davanti ai capitolini, ma anzi, per lunghissimi tratti del match ha dato l’impressione di poter arginare facilmente le confuse idee giallorosse. Davanti si è avuto l’ennesima controprova di come il nostro capitano possa fare la differenza anche nella massima serie nazionale, mentre al suo fianco Oristanio ha dato le prime risposte a chi già lo metteva in dubbio, sfoggiando una prova coraggiosa e di qualità, sprecando purtroppo la grande chance di ergersi ad eroe lagunare. L’errore è stato probabilmente quello di abbassarsi troppo nell’ultima frazione di gara, ma era complicato aspettarsi qualcosa di diverso considerata l’atmosfera e le forze in campo, e sarà questo il passo da compiere per ottenere punti anche in sfide improbabili come quelle di oggi; ovvero trovare quel coraggio, quell’autostima capace di sconfiggere anche la sfortuna e gli episodi avversi.
Usciamo da Roma tra gli applausi e le imprecazioni, ancora una volta a metà strada tra l’impresa e lo sconforto. Ma paradossalmente, questo inizio di stagione onestamente complicatissimo, si è concluso ed è adesso che dovremo dimostrare chi siamo veramente. Ora che andremo a giocarci la seconda partita realmente alla portata, ma soprattutto un derby sentitissimo da tutta la città, in particolare dopo il ricordo delle ultime sfide con i gialloblu. Adesso non si scherza più, venerdì sera non esisterà sfortuna o inesperienza, ma solo quella voglia di vittoria che questi ragazzi hanno già dimostrato di possedere. Servirà tutta la spinta del popolo arancioneroverde, tutta la voglia di andare a prenderci ciò che per troppo tempo abbiamo creduto impossibile. Essere la miglior squadra della nostra regione. Fatelo per noi ragazzi, fatelo soprattutto per voi stessi. Tutti a Verona!!!
Avanti Unione!