Siiii, Unione!!!! Ora avanti così!
Facciamo così. Proviamo a pensare che quella prima mezz’ora fosse semplicemente un incubo. Qualcosa che non sia mai esistito, una visione di una realtà distopica in cui tutto, ma proprio tutto, fosse andato nel modo sbagliato; dal mercato, alla gestione fisica e tattica della squadra, fino agli episodi che, proprio come in quei brutti sogni che ci perseguitano per lungo tempo, si ripetono e ripetono finché non si impara la lezione che bisognava superare. E ci teniamo però tutto il resto. Tutto l’entusiasmo del Penzo, tutta la gioia del post gara, così repressa in fondo allo stomaco per due mesi abbondanti. Assimiliamo ogni frammento di questa vibrazione positiva che ci può proiettare verso un campionato diverso, se non vincente, almeno combattivo, vivo. Attiriamo a noi questa voglia di non mollare, di reagire alle mareggiate e di comprendere come, quando si è veramente e totalmente spalle al muro, venga fuori la vera essenza di una persona o, in questo caso, di una squadra. E se è questo che siamo, se non sono stati solamente gli episodi a girare questa partita memorabile, allora significa che qualcosa di buono in questi ragazzi c’è; allora qualche idea questo mister ce l’ha. Allora non è proprio così sicuro che in questa categoria ci saremo solo di passaggio. Però si, sarebbe bellissimo, ma anche un po’ ipocrita.. poiché quella mezz’ora è esistita, la nostra concreta depressione è esistita, e quello, purtroppo, non è stato un semplice incubo. Ed al netto di una formazione evidentemente e clamorosamente sbilanciata, ciò su cui non possiamo fare a meno di riflettere è quell’atteggiamento di totale apatia, indifferenza, rassegnazione. Un pugile alle corde, sotto gli occhi di migliaia di spettatori inermi e scioccati.
Io non se riusciremo a portarla a casa questa benedetta salvezza, però so una cosa. Che se una squadra commette ogni tipo di errore in una parte di gara, mentre nell’altra sfoggia una prestazione al limite della perfezione, può significare una cosa soltanto. È la testa che è mancata, la mentalità quella che va costruita e cementata. Se un giocatore come Haps appare in totale balia delle onde per poi trasformarsi nel suo sosia più brillante, se tutta la mediana sembra prima giocare ad un altro sport per poi andare ad aggredire il match lasciando senza respiro gli avversari, se il nostro capitano torna ad avere quello sguardo e quella fame dopo essersi tolto di dosso il macigno che portava sulle spalle, allora è evidente quale sia la strada da seguire. Ma mentre ci addormentiamo con le immagini di un VeneziaMestre Empoli di qualche anno fa che stranamente si sovrappongono a quelle di queste pomeriggio, ci appaiono chiare due cose. La prima è che esultare zittendo la curva di casa non è mai una buona idea, e la seconda è che a volte i miracoli servono semplicemente ad indicarti la via, sta poi a noi decidere se vogliamo seguirla o abbandonarci al dolce, e familiare, pessimismo.. io un’idea ce l’avrei. Poi fate voi.
Avanti unione!!!