E' una sconfitta che non spegne i sogni del VeneziaMestre
Una grande partita. Una grande Unione.
Se avevamo dei comprensibili dubbi sulla tenuta mentale, sulle motivazioni di questa squadra, credo che oggi pomeriggio ogni tifoso arancioneroverde possa essere fiducioso per ciò che i ragazzi di Mr Vanoli hanno dimostrato sul campo. Un gruppo unito, compatto, orgoglioso, che ha lottato fino all’ultimo alla pari contro la formazione più completa di questa cadetteria. Certo fa male, un dolore quasi fisico e concreto per aver perso all’ultimo respiro a causa di una prodezza avversaria, quando il pareggio sarebbe stato, senza timore di smentita alcuna, il risultato più giusto. Ma avevamo un enorme bisogno di risposte, e risposte sono arrivate. Perentorie, squillanti, tangibili. Nonostante un avvio di partita complesso dove i ducali hanno dimostrato tutta la loro rabbia e completezza annichilendo gli arancioneroverdi e costringendoli ad una ventina di minuti di puro affanno; nonostante il meritato svantaggio ed una squadra che a testa alta provava a respingere la mareggiata gialloblu, nonostante tutto, l’Unione c’era. E lo dimostrava poco dopo con la rete da categoria superiore di un Pohjanpalo estremo baluardo di una squadra che non aveva nessuna intenzione di arrendersi. E’ andata male, ci è girata malissimo. Eppure quest’oggi, proprio nel momento in cui sarebbe stato così semplice mandare tutto al diavolo e sperare in un marzo che ci porti nuovi soci e nuove ambizioni, sentiamo dentro quella scintilla, quella brezza che ci sussurra come questi ragazzi si meritino la nostra fiducia, la nostra spinta, la nostra reazione. La reazione di chi si sente tradito, vilipeso, offeso da una società che ha deluso le nostre speranze proprio nel momento del bisogno, quando bastava così poco per compattarci, guidarci verso un sogno, dopo anni di delusioni ed illusioni di rilancio. Ma i ragazzi di Vanoli, questo pomeriggio, ci hanno mostrato cosa significa marciare uniti verso un obiettivo, reagire alle trappole che la vita ti pone davanti, consapevolmente protagonisti del proprio destino. Se il Parma ha saputo rispondere alla grande alla batosta di Modena, sfoggiando un avvio di gara da sedicente dominatrice, il VeneziaMestre ha trovato nella rete del bomber finlandese quello schiaffo capace di riaccendere il veleno di una squadra che non vuole arrendersi alla caducità del momento, e che da quel momento in poi ha affrontato la sfida alla pari, sfiorando in più circostanze il punto di un clamoroso vantaggio. Il nuovo equilibrio tattico è ancora tutto da divenire, con un Gytkiaer troppo lontano dalla condizione palesata fino a poche settimane fa, un Pierini a corrente alternata ed un duo di centrocampo che fatica a sostenere l’altissimo ritmo degli emiliani. Eppure l’Unione non si scompone, sbaglia troppo spesso l’avvio di manovra, fatica ad accompagnare con il giusto tempo, ma non molla, combatte, si dimena ossessiva. Ed è così che i padroni di casa perdono le distanze, la convinzione della loro, a tratti, palese superiorità. E’ la squadra di Vanoli, la squadra di una città che è stanca di sentirsi depredata, sfruttata, violentata, è un undici che lotta compatto, unito, verso un obiettivo. E questi grandissimi cazzi se oggi Camara ha trovato il Jolly come non gli capiterà mai più nella vita; pazienza se Cremonese, Como e Palermo hanno così tanti soldi da comprarsi pure i nostri sogni, questi ragazzi meritano di provarci, fino all’ultimo, accompagnati da una piazza che mai come questo momento si sente responsabile di un destino che, al di là di tutto, non è ancora scritto.
Oggi si torna a casa arrabbiati, delusi, frustrati. Ma con la certezza totale che possiamo farcela, che in questi mesi potrà essere scritta una storia nuova, inimmaginabile. Al di là di come finirà, oltre alle scellerate scelte societarie, ben oltre alla nostra più estrema fantasia, questi ragazzi hanno qualcosa dentro, e vogliamo vederlo fino alla fine.
Avanti Unione, a Bolzano per ricominciare a sognare!