È una serata indimenticabile per il VeneziaMestre
Dateci una speranza, dateci un orizzonte, dateci un giocatore simbolo; dateci un gruppo che lotta unito fino alla fine, dateci un leader in panchina, fateci essere orgogliosi di voi, e questo è ciò che avrete in cambio. Un’arena di 10 mila e passa cuori infuocati, un’anima unica e compatta bramosa di vittoria, alla faccia di quella città che in fondo in fondo non ha passione, non ha attaccamento, confusa, ambigua, senza futuro, senza identità.. Questa è una di quelle serate che cambiano la storia. Lo so io, lo sapete anche voi. E non è per il risultato, per la rincorsa ancora aperta alla promozione diretta. Ma per la sensazione che una partita così lascia nel profondo della nostra essenza di tifoso. Quel tifoso che per lustri ha portato avanti una fede che sembrava estinta, innocua, in poche parole, inspiegabile. E come spiegare a chi non ce l’aveva dentro una cosa così, quando non ci sono i risultati, non ci sono i simboli, la storia è poco più di futile dibattito, peraltro noioso e fastidioso per società stessa e per i più, ed il fascino delle big di serie a conta maggiormente della fame di dimostrare da dove vieni, dove sei nato. Oggi lo avete forse iniziato a respirare quello che noi cercavamo di farvi capire. Non esiste gioia più grande, orgasmo più dirompente, di chi esulta per la propria città. Per il proprio ideale.
Il Penzo stasera ha regalato emozione, in una notte ci siamo finalmente sentiti tutti parte di qualcosa di unico, di magico.
È la riscoperta di una realtà, la nostra, che per troppo tempo abbiamo deciso di ignorare, come se fosse un dettaglio, un passatempo. Ma questa squadra ha riunito la nostra città più di ciò che hanno fatto tre referendum, facendoci accantonare le differenze, riscoprendoci tutti innamorati della stessa bandiera.
Non si era mai vista una tale partecipazione dell’intero stadio, come se improvvisamente i ragazzi di Vanoli ci avessero svegliato da un torpore durato decenni, nell’esatto momento in cui serviva.
Ogni unionista si porterà a casa la certezza di aver partecipato ad un evento epocale, il giorno in cui ci siamo riscoperti veneziani, in cui uno stadio intero ha urlato a squarciagola il nome UNIONE, come mai era successo dal 1987 ad oggi.
Oggi in cui abbiamo dimostrato una volta di più di come ci sia spazio per una sola squadra in questa città. La squadra che in novanta minuti ha palesato una compattezza, una voglia, una solidità che potrà fare tutta la differenza nel rush finale. Perché adesso sì che possiamo essere totalmente consapevoli di avere una signora squadra, un vero gruppo di lottatori. Eppure non era partita bene la serata, dopo un buon inizio arancioverde erano proprio gli ospiti a gelare il Penzo con la rete di Vazquez. Ed il primo tempo si esauriva con una Cremonese che appariva capace di gestire un insperato vantaggio. Ma era la ripresa a regalarci uno dei migliori VeneziaMestre di sempre; un undici vorace, indiavolato, convinto nel poter capovolgere le sorti della gara. Il pari di Gytkiaer riaccendeva così la fiamma di uno stadio che non aspettava altro che un filo di gas, e da quel momento andava in onda il Vanoli show, uno spettacolo fatto di garra, inserimenti, feroce volontà, coronato dalla rete di un Bjarkason degno protagonista di una serata da sogno. Perché l’Unione l’ha cercata, l’ha pretesa questa vittoria. Dai cambi del mister che ha proiettato i suoi uomini all’arrembaggio, ad una serie di interpreti nella loro versione più brillante. Quella di un Busio giocatore totale, di uno Zampano straordinario per voglia e lucidità nelle due fasi, ad un trio di centrali belli come il sole. Ma anche del subentrato Pierini questa sera in formato sprint e di una coppia di attaccanti che in questa categoria si è vista raramente.
Mancano solo tre giornate, un’ultima apnea prima di riaprire gli occhi e vedere com è andata a finire questa annata fantastica. Sarebbe ipocrita dire che tutto sommato va bene così, che uno stadio del genere ed un’atmosfera del genere l’avrei solamente potuta sognare fino a poco tempo fa. Ma la verità è che io ci credo veramente che questo miracolo si possa esaudire. Io ci credo veramente che alla fine, nella vita, si ottiene ciò che si merita. Per cui adesso io voglio continuare a credere in voi ragazzi. Voglio credere anche a questa città affinché questa meravigliosa serata non diventi solamente un ricordo prezioso, ma l’inizio della nostra nuova realtà. Una realtà che merita questa squadra, questo staff, questa curva. Insieme. Fino alla fine. Ricordiamoci ora e sempre che noi siamo il VeneziaMestre, e questa è Venezia!
Avanti Unione!!