Il VeneziaMestre ritrova il sorriso in mezzo alla nebbia
E’ in mezzo ad una nebbia fitta che l’Unione prova a rimettersi in cerca di se stessa. E sarà l’atmosfera o più semplicemente ciò che i miei occhi volevano vedere, ma la sensazione è quella di una squadra tornata sui binari giusti, quelli dell’attenzione, della concentrazione e soprattutto, quelli della voglia. Certo è servito l’episodio fortunato, la giocata del singolo (forse..), ma il VeneziaMestre è apparso con la testa adatta al momento, testardo e finalmente ordinato. Avremmo potuto, e dovuto, sbloccarla prima, ma sia a Johnsen che a Gytkiaer è mancata la cattiveria necessaria per portare in vantaggio gli arancioneroverdi. Ma sono tre punti di un’importanza capitale che forse comprenderemo meglio quando si riaccenderà la luce e torneremo a vedere quel che realmente è successo e potrà succedere sul terreno di gioco. Comunque vada, però, i ragazzi di Vanoli son riusciti a mantenere la porta inviolata senza concedere praticamente nulla ad un avversario che solo sette giorni fa aveva battuto una delle squadre più in forma del torneo. E’ un piccolo ma decisivo segnale per ritrovare la consapevolezza nei propri mezzi, quell’autostima capace di farti emergere dalle acque profonde, proprio quando tutto sembrava essersi fatto terribilmente scivoloso. Gli arancioneroverdi hanno provato in ogni modo a scardinare una difesa avversaria apparsa annichilita dall’avvio lagunare, ma che con il passare del tempo è riuscita ad ammaestrare gli attacchi via via più confusi dei padroni di casa. Il VeneziaMestre non si è tuttavia innervosito dalle maglie sempre più strette e dal ritmo spezzettato imposto dagli ospiti, dando l’impressione di poter sbloccare il match fino alla meritata rete di Busio. L’attacco a due punte pesanti ed il supporto di Johnsen a tutta fascia hanno in ogni caso funzionato a tratti, e sono stati i break di Busio e Tessman a spaccare in due la difesa rossoverde aprendo il campo alla superiorità numerica. Ma al di là delle noti tecniche di cui, onestamente, si può dire poco, sono i tre punti quelli che contano, tre punti che devono servire a ricreare quella mentalità che i risultati negativi stavano iniziando a scalfire; la chiave è continuare a crescere, imparare e fare lezione, credere in ciò che ci ha portato lassù in alto trovando quell’equilibrio mentale sia in campo che sugli spalti, che ci potrà trascinare a lottare fino alla fine. Sabato non sarà una sfida come tutte le altre, sabato non ci giocheremo solamente una gara al vertice, ma un pezzo di coscienza, un mattoncino verso ciò che possiamo diventare. E mentre in mezzo alla foschia la curva continua a cantare ed a ricordare l’amico Arnaldo, a noi non resta che rialzare la testa, gonfiare il petto, e credere in questi ragazzi che comunque andrà a finire, ci stanno regalando una stagione memorabile.
Avanti Unione!