Il VeneziaMestre soffre e trionfa con una prova da big
C’hanno sempre detto che le grandi squadre riescono a fare punti anche nelle giornate difficili, che proprio in quei momenti si decidono i campionati. C’hanno detto che il gruppo esce nel momento di difficoltà, quando tutto si fa tremendamente complicato e le sfide appaiono montagne invalicabili. Ed allora si, adesso si che ci credo. Ora, dopo una serata così, dove l’avversario sembra in stato di grazia, proprio quando un episodio rischia di cambiare un’intera trama, esce una squadra vera, concentrata, compatta, inarrestabile. Nonostante una lunga sofferenza, proprio dove serviva tirare fuori tutto ciò che fa la differenza, l’Unione mostra la sua faccia più cattiva, più convinta e ritrova quella caparbietà che ci aveva condotto lassù, fino al vertice di un torneo tanto difficile quanto indecifrabile. E pazienza se oggi per più di un’ora abbiamo dovuto stringere i denti e sperare, non c’importa quanto gli ospiti abbiano spinto alla ricerca di un pareggio che per lunghi tratti è apparso meritato; il VeneziaMestre c’è, e lo palesa nell’aiuto del compagno, nella serenità in cui si risolvono situazioni intricate, donando il senso costante di non andare mai in affanno di fronte ad un Cittadella in versione ultima spiaggia. È questa la squadra che può farci sognare, nelle serate in cui le giocate non riescono, quando il centrocampo fatica terribilmente a fare gioco, la difesa ad alleggerire e l’attacco a respirare. È il tabellone che parla, la classifica ad esaltare gli animi. Attraverso la sofferenza si raggiunge l’estasi si racconta da millenni, ecco, oggi la nostra, di sofferenza, ha creato una squadra di uomini consapevoli della propria forza, del proprio destino. Abbiamo rivisto l’Unione granitica di inizio stagione, quell’undici che avrebbe potuto sostenere la pressione costante di un avversario per larghi tratti del
match, senza dare mai la sensazione di poter capitolare. Certo, serve anche un briciolo di buona sorte per vincere i campionati; ma l’approccio alla gara con le due occasioni in avvio ci fanno ambire ad un’Unione capace di giocarsela fino alla fine. È un gruppo, quello di Vanoli, che sembra apprendere dagli errori, crescendo di partita in partita come lettura del gioco e del momento. A discapito delle assenze, gli arancioneroverdi non perdono il senso e la mentalità che il loro coach sa trasmettergli, e la curva, lo stadio, lo sente, lo vive, trascinando i ragazzi verso un’impresa che si fa ogni turno più concreta.
Domenica, al di là di ogni smentita di rito, ci giocheremo una di quelle sfide che possono segnare un destino, non tanto, non solo, per i tre punti in palio, ma per il significato che potrebbe avere dimostrare a tutti che quei maledetti mesi invernali sono definitivamente alle spalle, e che non è la potenza economica a decidere chi merita il trionfo o solo dei grandi applausi. Servirà la testa di questa sera, la grinta di chi non ha nulla da perdere, la concentrazione di chi è conscio di giocarsi l’intero futuro. E viverlo sapendo di aver passato indenne un mercoledì con pesanti assenze, quando la mediana fatica a vincere contrasti così come a fare gioco, dove il duo d’attacco lotta ma non incide, allora ha un peso diverso, quello di una squadra in missione e che fa della filosofia del proprio mister una ragione di vita. Se poi ad accompagnarla c’è una curva così, una città in fermento, una prospettiva che domani potrebbe farsi meno cupa.. allora perché no? Perché non crederci…? Ed allora…
Avanti Unione!!!