L’Unione risorge sulla spinta del proprio popolo
Solo questo chiedevamo. Che l’Unione avesse il coraggio e la voglia della propria gente. Quella fame che ti fa, da sempre, reagire ai momenti grigi, rialzando la testa e dimostrando che no, non esiste luogo al mondo più magnifico del luogo che rappresentate. È questo che vogliamo da voi, questo ciò che da sempre ci differenzia da ogni città del mondo, la capacità di reagire, di non arrendersi, di palesare ad un intero paese che per quanto potete offenderci, umiliarci, spingerci al limite, non molleremo mai. E lo abbiamo fatto attraverso la concentrazione, la consapevolezza, l’autostima di chi non ha nessuna intenzione di concedere che il Dio denaro possa annientare i nostri sogni, quando tutto un popolo ha un’estrema voglia ed un insensato bisogno di portarci lì, dove meritiamo di stare. Viviamo questo momento, respiriamo quest’aria di vittoria, per ricordarci sempre il suo sapore, come fosse l’ultimo boccone di una cena talmente ricca da non conoscere più il senso della sconfitta. È questo il VeneziaMestre di Paolo Vanoli, una roccia compatta, un undici completo, capace di perdere pezzi riscoprendosi ancora più unito, granitico, agguantando la preda trascinandola fino a casa. Il cambio tattico, gli interpreti, sono solo un mero dettaglio quando l’obiettivo è lo stesso. Arrivare alla fine, scrivendo qualcosa che ormai nemmeno i più rosei ottimisti potevano sperare. E lo si può fare esclusivamente attraverso un gioco fatto di equilibrio, qualità e concretezza. Perché non esiste un attacco cosí in questa categoria, potete comprarvi i vari Strefezza, Ranocchia e Johnsen, ma è il gruppo che vince i campionati, il lavoro che può fare tutta la differenza del mondo. Questi siamo, di questi siamo orgogliosi. Di un gruppo che ha saputo trovare dentro di sè la rabbia per reagire e per provare a lottare fino alla fine. Una curva straordinaria ha saputo interpretare il momento, matura e vogliosa di trascinare la nostra Unione al di là dei dubbi e le angosce del momento. E ne abbiamo di ragioni per sperare in questo miracolo, da una difesa tosta come non si vedeva da settimane, con uno Svoboda al comando delle operazioni ed un Idzes miracolosamente tornato a livelli già pazzeschi, passando per un centrocampo in cui Busio si conferma giocatore di altra categoria ed un Andersen sostituto ideale dopo mesi di punti di domanda. Con un attacco fatto di concretezza ed imprevedibilità non resta che crederci fino alla fine, perché no, una squadra così, l’abbiamo vissuta raramente. E lo dimostra questa tifoseria, lo disegna questo popolo che ancora una volta è capace di trascinare un progetto al limite della credibilità ben oltre i propri limiti, poiché, fondamentalmente, in questi ragazzi crediamo. In questo allenatore noi crediamo. In questa società, nonostante tutto, vogliamo vedere l’ambizione di puntare alle stelle. E, comunque vada, non saremo noi a mollare, non cosi. Non adesso. Ci vediamo sabato, per un altro passo di un’annata che abbiamo voglia di ricordare per tutta la vita.
Avanti Unione!