ESCLUSIVA - Carboni: "Si è creato un bel gruppo, ora tutto sui playoff. Importante un martello come Vanoli e l'aver rincoquistato il pubblico. Sulla permanenza..."
Puntata stavolta particolare del nostro consueto Talk Show. Il direttore Davide Marchiol e Giuseppe Malaguti hanno avuto la possibilità infatti di intervistare Andrea Carboni, forse l'elemento più in vista arrivato dal mercato di gennaio. A suon di buone prestazioni infatti l'ex Cagliari ha contribuito a migliorare i dati in fase difensiva, non disdegnando neanche quella offensiva, con due gol all'attivo di cui uno pesantissimo in quel di Ascoli. Questo e altro nella lunga chiacchierata che il ragazzo arrivato al Venezia dal Monza in prestito ci ha concesso. In calce trovate il link per rivedere la videointervista realizzata live.
Ci racconti un po’ il tuo arrivo a Venezia? Sembrava difficile eppure si è concretizzato, ha inciso la presenza di Antonelli, che ti ha portato al Monza, e magari di Ceppitelli in rosa?
“Fino all’ultimo giorno di mercato ero bloccato, non potevo muovermi dal Monza. Nell’ultimo giorno il direttore del Monza mi ha detto che potevo uscire e Antonelli mi ha chiamato subito. Con lui c’è sempre stata grande stima, è stato tra coloro che mi hanno portato a Monza e quando non giocavo mi ha consolato sempre. La sua chiamata è stata decisiva. Mi ha spiegato come funzionava, cosa non andava in quel momento e alla fine l’affare è andato in porto”.
C’è stato un momento in cui avete capito che la squadra stava girando e potevate fare una stagione così importante?
“Sono arrivato la settimana di Benevento e avevo già visto una bella squadra e non lo dico per piaggeria. Dopo il primo allenamento il mister mi ha tenuto mezz’ora spiegandomi quello che voleva creare e che oggi è riuscito a creare, merito suo e dello staff che spende 24h nel Taliercio per preparare le partite, sono tutti sul pezzo, dal Team Manager al magazziniere e questo ci ha aiutato in una situazione difficilissima. La squadra a Benevento è andata bene e più passava il tempo più capivamo di essere una bella squadra, si stava creando un bel gruppo, che giocava a calcio veramente bene, le squadre che affrontavamo iniziavano ad avere paura quando ci affrontavano. Anche se poi ho visto qualche partita del Venezia prima che io arrivassi e giocava già discretamente, poi non sempre gira bene, ma i risultati sono arrivati e abbiamo preso consapevolezza”.
Cosa si prova a scendere in campo trovando gli spalti quasi completamente vuoti? Incide sulla testa del giocatore? A Venezia ora c’è entusiasmo, ma prima è stata dura:
“Diciamo che lo stadio è lo specchio di come stai andando, è brutto da dire ma talvolta te lo meriti anche lo stadio così vuoto, devi essere bravo tu a riguadagnarti i tifosi anche con l’atteggiamento, lì abbiamo svoltato parecchio. Poi con il passare delle settimane abbiamo visto sempre più persone arrivare allo stadio, già con il Modena, ma anche nelle partite precedenti, il pubblico è stato un uomo in più e speriamo che con il Perugia ci diano ancora più forza. Il tempo non aiuterà sabato, ma sarebbe veramente bello vedere ancora più tifosi di quanti visti con il Modena perché in questo momento ci serve e credo che ce lo meritiamo. Anche dentro lo spogliatoio senti la vicinanza della gente e sei consapevole di essertelo meritato, hai mangiato tanta roba brutta prima per ricreare un certo tipo di atmosfera”.
Praticamente tutti, dagli addetti ai lavori ai tifosi, si chiedono ora se resterai a Venezia (il ragazzo è arrivato in prestito secco dal Monza ndr)?
“Ci tengo a ringraziare i tifosi, mi stanno dimostrando tanto affetto. In questo momento non posso saperlo, spero nel sogno che abbiamo tutti in questo momento di raggiungere la categoria superiore ed essere ancora insieme magari, io ci spero tanto, vedremo comunque, non è detto a prescindere dalla categoria”.
Hai concluso il tuo post per la salvezza aritmetica con un “crediamoci”, quanto ci credete ai playoff?
“Oltre che crediamoci per me siamo in dovere di provarci, siamo là, la società ha fatto tanti investimenti per la squadra, si merita di essere ripagata nel miglior modo possibile come anche i tifosi. Dobbiamo dare tutto, obiettivamente siamo una grande squadra e dobbiamo dare tutto per provare ad arrivare ai playoff, io ci credo”.
Un ottimo momento che ti ha permesso anche di ritrovare la maglia azzurra, con l’U21:
“Questo è tanto merito del Venezia, l’avevo persa, sono tornato qua, ho trovato fiducia fin da subito, quando giochi libero e stai bene poi in campo voli”.
Com’è lavorare con un allenatore sempre sul pezzo come Paolo Vanoli?
“È importante avere un allenatore martello. Adesso siamo arrivati alla salvezza e c’è un po’ magari un aria più tranquilla. Lui però arriva sempre carico agli allenamenti, a volte fa anche quasi un po’ paura, ma è importante, se vuoi raggiungere il tuo sogno ci vuole un allenatore così”.
C’è anche la capacità del mister nel compattare il gruppo, danno tutti bene anche subentrando o ritrovando il campo dopo un po’ di tempo, penso per esempio a Svoboda che è rimasto fuori un po’ prima di giocare con continuità:
“Non è nemmeno semplice fare il mister perché devi essere anche un po’ psicologo, ci sono tante teste diverse nello spogliatoio e quando sei fuori puoi mollare in testa di quel centimetro, ci sono passato e non è facile. Lui però in questo è veramente bravo, ha dato un’occasione a tutti, da gennaio in poi hanno sempre girato tutti e tutti si sono sentiti protagonisti, nello spogliatoio una cosa così la senti”.
Ci racconti un po’ l’emozione dopo il gol con l’Ascoli allo scadere che è stato anche il primo tra i professionisti? Come mai ha scelto un’esultanza particolare con uno dei gesti iconici di John Cena (lo You Can’t See Mee che ha reso celebre il wrestler e attore nei primi anni 2000, quando Smackdown! era in onda anche su Italia 1 e Raw su Sky ndr)?
“Non me l’aspettavo, era praticamente finita, poi il primo gol della mia carriera, all’ultimo minuto, per tre punti che pesavano dieci, un pareggio in quel momento ti avrebbe fatto restare in una zona brutta. Ci ha dato la spinta per il resto della stagione, è stata una sensazione incredibile, poi sotto i nostri tifosi. L’esultanza con il gesto tipico di John Cena l’avevo preparata da un po’ di tempo perché era un mito per me, ho una foto di quando ero piccolo con la sua maglia. Non vedevo l’ora di farla. A Terni però ero talmente impreparato al gol che mi sono dimenticato di farla”.
Sentite di essere un po’ la mina vagante di questo campionato? Anche in ottica playoff, siete tra i più in forma:
“Se dovessimo arrivare avranno tutti paura di noi perché siamo consapevoli di essere forti e anche gli altri stanno capendo che siamo una squadra dura da affrontare, siamo stati bravi anche in questo, perché un paio di mesi fa invece gli altri volevano giocare contro di noi”.
Hai giocato con attaccanti importanti, ma uno forte come Pohjanpalo lo avevi trovato?
“Secondo me anche in categorie superiori come la Serie A è difficile trovare un attaccante così bravo. Mi ha stupito, non lo conoscevo, è un attaccante anche bello da vedere, cattivo, lo vorrei in qualunque squadra fosse per me”.
Come ti stai ambientando extracampo?
“Sto bene, ho trovato tre ragazzi come Ellertsson, Ciervo e Milanese e ci siamo ambientati assieme, anche la mia compagna è stata felice quando siamo arrivati qua. Venezia è una bellissima città, sono a Treviso in questo momento ma Venezia è una bellissima città, non mi posso lamentare, sto molto bene”.
Si è creata una bella intesa sulla sinistra con Zampano:
“Mi piace quello stile di braccetto moderno, mi piace spingere e partecipare al gioco, giocando a tre mi dà la possibilità di spingere. Zampano è un ottimo giocatore e si è creata fin da subtio una bella intesa, mi piace spingere perché so che può dare copertura o va a finalizzare lui. Ci troviamo veramente bene, quel ruolo mi piace tanto e mi piace interpretarlo in questo modo”.
A Venezia hai ritrovato anche Ceppitelli, con cui hai giocato a Cagliari. Ha ricevuto i gradi di vicecapitano e il mister ha speso parole importanti per lui anche in momenti dove le prestazioni non erano al top. Come ti stai trovando con lui?
“Luca è un leader, gli è stata anche data la fascia di capitano, è stata una nota importante da quando sono arrivato io. Conosceva già questi momenti, per lo spogliatoio è stato importante, mi ha anche scritto prima di arrivare, mi ha parlato del gruppo e del resto. Ho trovato un ragazzo d’oro che in primis mette davanti a tutto la squadra ed è un signor difensore della categoria”.
Che gara ti aspetti con il Perugia?
“Mi aspetto una partita difficilissima, giocano uomo su uomo, a Cosenza loro sono stati più bravi di noi a crederci. Credo che questa sarà ancora più difficile, loro sono all’ultima spiaggia, noi dobbiamo essere concentrati, sul pezzo, fare meglio di quanto fatto a Cosenza dove nella ripresa ci siamo abbassati troppo. Dobbiamo prendere il gioco in mano, fare quello che abbiamo fatto fino adesso senza abbassarci perché quando lo facciamo ci riprendono sempre, quando abbiamo fatto il nostro gioco abbiamo fatto grandi partite. Dobbiamo essere bravi in questo e credo che servirà tanta cattiveria in questa partiita, non dobbiamo essere sempre belli, loro ti portano a giocare male e dovremo essere bravi anche in quello”.
Ti aspettavi una B così competitiva? Quest’anno la quota salvezza sembra alta:
“La B è sempre stata affascinante anche per questo, puoi vincere e perdere con chiunque, non c’è una partita di cui sai già il finale, è davvero affascinante perché ci sono squadre forti, anche chi sta andando peggio ha dimostrato di essere vivo e potersela giocare con chiunque”.
Video in calce, link diretto: https://www.youtube.com/watch?v=DLwMvOn71G0