Pedro Mariani in esclusiva a TVS, "La maglia andava rispettata, condivido la protesta della curva"
Abbiamo contattato telefonicamente il grande Pedro Mariani, amico di TuttoVeneziaSport e leggenda della tifoseria arancioneroverde per chiedergli il suo punto di vista sulla polemica esplosa negli ultimi giorni in seguito alla presentazione delle nuove maglie. Queste le sue parole:
TVS: Sei sempre stato l’emblema del giocatore che ama la maglia, per cui immaginiamo tu abbia seguito la polemica di questi giorni. Arriviamo al dunque, troppo forte la protesta della curva o leggerezza da parte della società nel presentare maglie praticamente orfane dei colori ufficiali?
PM: vedi, io ho un’idea diversa di ciò che simboleggia la maglia rispetto alle nuove generazioni, credo che i colori e lo stemma semplicemente rappresentino la città indipendentemente da chi è il presidente o da chi ne è ai vertici in quel momento. E per questo va rispettata. Per questo condivido la rimostranza della tifoseria, non me ne vogliano gli altri. La nuova maglia è infatti orfana proprio di quel gemellaggio che nel tempo è stato accettato dopo grandi battaglie, e l’Unione dice tutto, i colori sono tre e devono essere equi. Che poi ci possa essere il tifoso più legato al Venezia, uno che proveniva dalla storia della terraferma, ma la maglia rappresenta un Popolo, una regione, una città ed andava fatta sicuramente tenendo conto di queste dinamiche, in un modo evidentemente diverso.
TVS: il presidente ha dichiarato in conferenza stampa che il 90% dei tifosi delle squadre italiane viene dall’estero, questo significa che i tifosi veneziani e mestrini avranno sempre meno importanza?
PM: i presidenti possono essere americani, russi o di qualsiasi parte del mondo, ma loro vengono per investire, in pratica la città è un subaffitto e devono tenere conto della storia, non solo del presente e del futuro che ovviamente sono fondamentali, ma ci vuole uno sguardo sincero sul passato. Un presidente straniero deve perciò capire che la squadra è italiana, ed in Italia le tradizioni e le radici hanno un peso; certo ci vuole la giusta misura e libertà, ma alla fine i giocatori, i dirigenti passano ma la città è la città, la maglia è la maglia ed i tifosi sono quello che resterà sempre. Il Venezia è del popolo, è dei veneziani e dei mestrini.
TVS: il messaggio arrivato dalla società è stato semplicemente “se le maglie non vi piacciono non compratele”. Dal tuo punto di vista potevano essere usate parole differenti e questo può creare una frattura tra la tifoseria arancioneroverde e la società americana?
PM: credo che sia stata un’uscita infelice; ho molto rispetto per questo presidente e per tutti quelli che hanno comunque messo passione e capitali andando anche incontro a difficoltà per questo sport, però non è certo una bel messaggio, perché è giusto che un tifoso compri la maglietta della propria squadra, la indossi a casa, per strada, allo stadio e ne vada fiero. Ed a maggior ragione in una città come questa con una storia come questa, perché la maglia rappresenta proprio l’Unione di due tifoserie rivali che si sono unite e che nel tempo bene o male ci sono sempre state e questo non va mai dimenticato. Guarda ti faccio l’esempio di Friedkin a Roma che ha addirittura deciso di riportare il vecchio logo della Roma e sta pure pensando di riproporre gli stessi colori e tonalità di epoche passate, ovunque si vada a lavorare bisogna anche adattarsi al paese in cui si decide di investire.
TVS: tu che conosci così bene questa città sai cosa significano quei colori e che battaglia c è stata per proteggerli. È ora di passare oltre oppure l’identità e la maglia non si svendono nemmeno per una serie a?
PM: la verità è che poche società hanno patito e sofferto sotto questo aspetto come il Venezia, credo quindi che la maglia non si possa svendere nemmeno per la serie a, per nulla al mondo. Certo bisogna essere consci che il mondo tende al futuro quindi le migliorie, la tecnologia, gli uffici stampa, è giustissimo che ci sia un’evoluzione, però ci sono cose nel calcio che non si possono proprio toccare: i pali, il manto erboso, l’area di rigore, e le maglie.. Si è perso di vista l’importanza del significato della maglia, del suo logo, del suo stemma, bisogna fare molta attenzione. Anche le nuove generazioni sono diverse, noi nemmeno dormivamo per una partita, c’era tantissima adrenalina quando salivi in prima squadra, oggi internet ed il mondo distrae questi ragazzi, ma ripeto, la maglia non si tocca. Anche oggi ho discusso delle nuove divise del Benevento; una maglia che alla fine quando inizierà il campionato dovrai accettare però se devo essere sincero la maglia è una rappresentazione fondamentale della città, in serie A ed in serie B l’unica squadra che abbia sofferto così tanto per questi temi è il VeneziaMestre, e ci sarebbe voluta più sensibilità da parte di società e presidente. Io sono una di quelle persone che conosce il peso di questa maglia arancioneroverde, e stavolta è stato commesso un errore, anche grossolano. Per concludere, la serie A del Venezia non è solo una rivincita sportiva, ma una vittoria importantissima sotto tanti aspetti e credo che questa società non se ne sia resa completamente conto. Qui non è solo l’Unione che è salita in A, da qui si può ripartire e ricostruire per smuovere qualcosa che è anche al di fuori del calcio. Hanno quindi per me sbagliato maglie e soprattutto dichiarazioni post polemiche. Perché questa promozione, al di là di quanto resteremo nella massima serie, va colta come una grande opportunità, anche sociale, culturale, di rinascita, di rivincita. Una vera svolta. Ciao a tutti e a presto!